Francia

 

 
 
 

La Francia è un paese cattolico che ospita comunque molte altre religioni del pianeta, soprattutto quella islamica. La lingua principale è il francese e tranne a Parigi l’inglese non viene parlato correntemente (e di conseguenza neppure amato). La moneta ufficiale è, come del resto nei paesi dell’Unione Europea, l’Euro. Il clima estivo è molto variabile e comunque ventilato. Artigianato vario, ottimi vini e formaggi, souvenir. Per la visita di Parigi è conveniente acquistare all’arrivo in aeroporto la Card Visit (vari prezzi a seconda della fascia) per girare con un biglietto unico prepagato in città e periferia.

 

 

Parigi

Invalides

Approfittando del ponte tra Pasqua (19 Aprile 2003) e il giorno della Liberazione (25) decidiamo di andare nella capitale francese via treno. In realtà poi ci andiamo in aereo poichè la differenza di costi è minima. L’arrivo al Charles De Gaulle è in orario, ma subito ci troviamo un po’ in difficoltà nel capire su quale binario dobbiamo andare per arrivare al nostro albergo. Ottima l’idea di acquistare la Paris Visit, una carta che dà diritto a seconda della fascia di prezzo di girare per 5 giorni nella città e nella sua immediata periferia (Versailles) con un unico pass.Il nostro albergo è l’Ibis Montmarte in Rue de Calaincourt a due passi da Place Clichy e…Pigalle! Dopo un cambio alla Gare du Nord via metropolitana (la migliore al mondo per quello che finora ho visto) arriviamo a destinazione abbastanza sfiancati dal trasporto dei bagagli. Oltretutto il primo orientamento è complicato non avendo punti di riferimento (il sole non m’aiuta!)…L’albergo pare carino anche se la stanza è piuttosto angusta… per non parlare degli ascensori (3) sempre pieni o comunque mai funzionanti contemporaneamente. Siccome l’arrivo è avvenuto nel pomeriggio, la prima sera siamo abbastanza esausti. Cerchiamo quindi un posto per mangiare che sia vicino all’albergo… cosicchè ci fermiamo in Place Clichy a sederci in un locale (Le Bistrot Melrose, NON andateci) esteticament emolto francese e carino (barocco e pieno di specchi). La cifra e l’ambiente però tradiscono l’aspettativa maggiore, cioè il cibo! 3 (dico letteralmente 3) ravioli, un’acqua (che va acquistata en caraffe perchè in bottiglia costa una fortuna – circa 6 Euro) e un caffe per un totale di circa 15 Euro! Mai più! Come prima sera qualche foto alla Torre Eiffel da Place Clichy illuminata a giorno e sovrastata da una specie di faro e al Moulin Rouge. Infatti dietro l’angolo c’è Pigalle. Il quartiere a luci rosse di Parigi: anche se a mio modesto parere ci sono solo molti sexy-shop e qualche strip-bar…Comunque una zona un po’ meno degradata rispetto il passato (diversissima da Montmarte che è invece molto tipica e bella). 

 

Souvenir da Parigi

Il giorno seguente è Pasqua. La giornata è grigia e promette acqua. Cosa che si avvera nel giro di cinque minuti dopo l’uscita dall’albergo. Siccome siamo vicini decidiamo di andare a piedi al Sacro Cuore, la magnifica Cattedrale da cui si può vedere Parigi dall’alto. Peccato per il tempo poichè la vista è bella ma la foschia rende il panorama sbiadito.

Molto bella la scalinata che porta in cima (teatro di una scena in “Il favoloso mondo di Amelie”) e anche l’interno della chiesa stessa (strapiena per la festività). Decidiamo di tornarci con una giornata solare e non ce ne pentiremo. Spostandosi sulla destra del Sacro Cuore ce la piccola piazza quadrata (Place du Tertre) dove molti personaggi si divertono (a pagamento) nel fare quadri o ritratti. La zona di Montmartre è poi rinomata pe rl’innumerevole serie di ristoranti tipici. Qui ci abbiamo mangiato più volte ad una cifra abbordabile (10 Euro). Ottima la zuppa di legumi (soup o altresì detta “suppa”)…

Quello che si nota subito a Parigi è l’integrazione. Molte coppiemiste e insolite agli occhi di un italiano : nero/giallo, giallo/bianco, arabo/occidentale. Bello e particolare. 

 

 

Orangerie

Girare per Parigi sarebbe impossibile senza l’uso della metropolitana. Il numero di linee è intorno alle 14 (se non ricordo male) integrate alle linee ferroviarie (altre 6)… Rispetto alle nostre fermate, la vicinanza salta all’occhio: ad ogni 100 metri c’è una fermata. Molto comodo davvero! Presa poi una mappa e anche un po’ di “mano” diventa davvero facile arrivare in fretta a destinazione. La metropolitana mi ha davvero impressionato per il numero di coincidenze. E comunque garantisco che si cammina tanto lo stesso! Ogni sera si arriva in stanza con le gambe che fan male. Peccando di immodestia e presunzione sono diventato l’Uomo Mappa di Parigi. So spostarmi tra i colori e i numeri della metropolitana parigina da esperto francese! Addirittura dei turisti tedeschi mi hanno chiesto informazioni: che ridere… dei tedeschi che chiedono in inglese ad un italiano lumi sulle linee francesi!

Torre Eiffel

Arco di Trionfo

Napoleone

Dovunque ti giri percepisci Parigi come una città grandiosa (per i monumenti maestosi e lo spazio) e a mio modo di vedere anche vivibile. In metropolitana arriviamo a metà dei Campi Elisi dove troviamo un mega incrocio sotto la statua di De Gaulle, di fianco ai Palais (Piccolo e Grande).

Su un lato si vede l’Arco di trionfo opposto a Place de la Concorde dietro cui stanno i giardini di Tuileries ed il Louvre e dall’altra parte passando Pont Alexandr si arriva ad Invalid! Bellissimo! Quante foto! Invalides è l’ex-ospedale in cui è sepolto Napoleone.

Descrivere Parigi e tutto quello visto è davvero difficile perchè ci sono tantissime cose da vedere! Siamo stati sui Champs Elisee di giorno (mangiando hot dogs) e di sera; al Louvre dove siam riusciti a vedere credo soltanto un decimo di quello che c’è (Gioconda, Venere di Milo, Nike alata per dire solo alcune delle opere più famose); Il Centro Pompidou a Les Halles, la Senna, la Sorbona…

Moulin Rouge

Trocadero

Arco Piccolo davanti al LouvreVersailles

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Quartiere Latino: è uno dei posti che preferisco! Molti ristoranti di varie nazionalità, colore, gente di tutte le nazionalità, proprio caratteristico. E’ a sud della Senna molto vicino a Saint Michel e a Notre-Dame, altro maestoso monumento assolutamente da non perdere. Una visita di Parigi senza salire sulla Torre Eiffel è impossibile! Dopo una coda di circa un’ora sotto la torre ( e dopo che una famiglia di italiani si è fatta riconoscere cercando di saltare la coda) tra i piloni che la reggono, si sale al primo piano tramite un ascensore che percorre uno dei quattro piedi della torre (o per i coraggiosi si può salire “a piedi”).

Dal primo piano si arriva poi in cima attraverso un’altro ascensore posto nel centro della torre. Sulla sommità tira un vento molto forte (immagino andarci di sera! brrrrrrr). Dalla Eiffel si vede tutta Parigi: appena sotto il Trocadero e la Ecole Militaire; L’Arco, Montparnasse col suo grattacielo, la Defense, il Pantheon ed in lontananza il Sacro Cuore. Proprio una vista splendida. C’è pure un campetto da calcio dove stanno giocando una partitella! Scendendo non ho potuto non farmi notare con l’uso (improprio) della lingua rivolgendomi all’uomo adibito all’ascensore: Indicando il basso ho chiesto:”Jiù?” Va beh non sarà corretto ma ha capito. 🙂

Montmartre - Sacro Cuore

Montmartre - Sacro Cuore

Notre Dame

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La periferia di Parigi ha nel suo immediato sud-ovest l’apice della grandezza francese: Versailles. La residenza del Re di Francia (Luigi XIV e via dicendo) è raggiungibile via treno in circa un’ora dal centro città. All’arrivo si può notare che i Re di Francia non badavano a spese. Tutto doveva essere magnifico. Prima di farci un giro all’interno decidiamo di visitare i giardini sul retro della Reggia. I giardini sono immensi e molto puliti, pieni di statue (mitologiche e non) ma anche qui dopo circa 2 ore di girovagare tra aiuole e fontane decidiamo di passare al museo perchè le gambe iniziano già a farsi sentire… La visita al Museo costa meno dopo le 15.30 e per gentilezza della cassiera entriamo alle 15.20 col biglietto ridotto! Subito una bella sorpresa (che si dovrebbe adottare in ogni museo degno di tale nome): un walkman-guida in italiano (e altre 5 lingue) con cuffia molto semplice da usare, che conduce nella visita delle stanze descrivendone l’utilizzo e l’arredamento o la storia. Davvero ben fatto. Anche l’interno della Reggia di Versailles è sfarzoso al limite del kitsch. Si può immaginare perchè un popolo (che non aveva da mangiare) fece la Rivoluzione più famosa della Storia.

La città di Parigi ha tanto da offrire ed una settimana è poco per vederla tutta. Ci si può fare un’idea, questo si. E la mia impressione è quella di una città che dà la possibilità di vivere insieme a persone diverse tra loro senza razzismi o pregiudizi, piena di monumenti e bei posti dove fermarsi a fotografare, passeggiare o mangiare. Merita un ritorno! A me è piaciuta un sacco!

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Corsica 2005-2006

Il vantaggio di scegliere come meta turistica la Corsica, per gli Italiani è notevole: pur essendo un’isola non serve per forza un volo, non serve passaporto, non serve cambiar valuta e la nostra lingua è ben compresa ovunque, anche se un po’ di francese a volte aiuta…
Nel 2005 la nostra prenotazione in agenzia fu espressa davvero tardi ( a Luglio per l’Agosto seguente) e la conseguenza fu che l’unica destinazione a prezzo discreto era Aleria, antica cittadina romana collocata a metà della costa est dell’isola francese. Ci accomodammo dopo un viaggio in traghetto di quasi 5 ore da Genova a Bastia ed un’ora di macchina sulla strada nazionale N198 al nostro albergo: l’ Atrachjata.
Un ottimo albergo a ridosso della statale che , purtroppo , come unico difetto, non fornisce il trattamento di mezza pensione. (Cosa che tra l’altro nel 2005 ci spaventava un po’: temevamo la cucina francese e di ritrovarci con la novelle couisine e… poca roba nel piatto!)

Aleria

Aleria

Smentiti dalla cucina Corsa ogni sera passammo le nostre cene all’albergo Empereur, molto vicino al nostro hotel. La cucina dell’isola a differenza di quella continentale francese e’ varia e abbondante, lontana dall’esteticità e più vicina ai gusti mediterannei. Ottimi vini, affettati, salumi, formaggi ma anche pesce, crostacei e molluschi, nonchè ottimi dolci non mancano nel menù di questi luoghi. Notevoli in questo ristorante le cozze marinate (in zona ci sono “stagni” di coltivazione) e la famosa Tarte Tatin (dolce alle mele).
Poichè sto scrivendo dopo essere stato per la seconda volta in Corsica a distanza di un anno cercherò di descrivere luoghi e situazioni di entrambe le vacanze.
La prima differenza sta nel viaggio: nel 2005 il traghetto partì da Genova mentre nel 2006 da Livorno. La durata della traversata verso Bastia (e ritorno) è simile (4h e 45 minuti da Genova, 4h da Livorno). Il problema potrebbe essere l’imbarco da Livorno (per noi è stato così) che mi pare peggio organizzato per le automobili. Infatti ci è occorsa un’ora di coda dall’uscita dell’autostrada all’imbarco. Genova in questo senso è molto meglio poichè la coda è organizzata a corsie parallele (come a Bastia).

La seconda differenza invece è ovviamente riferita alla destinazione: Aleria è semi-sconosciuta pur essendo stata in tempi antichi fiorente cittadina romana ed ora pur avendo un museo ed un sito archeologico non ha molto da offrire in termini turistici. E’ più che altro un luogo di passaggio. Nel 2006 avendo invece scelto dove andare già a maggio, abbiamo potuto trovare sistemazione più a sud, in una località chiamata Testa dell’Olmuccio (all’Olmuccio Club, un hotel/ristorante composto da appartamenti e bungalows).
La Testa è a circa 5 km da S.Lucie di Porto Vecchio che si trova a sua volta a circa 25 km a nord della più nota Porto Vecchio.

Posso dire che nel 2005 lo svantaggio di trovarsi un una zona meno turistica ha favorito il nostro nomadismo verso mete all’interno e parecchio più a sud. Abbiamo così scoperto una Corsica verdeggiante ricca di fiumi, laghi, montagne, vigneti, animali allo stato brado come maiali e mucche e ovviamente splendide spiagge.

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Pinia

Pinia

Poichè la vacanza del 2006 è strettamente conseguenza di quella del 2005 cercherò di riassumere le varie visite a spiagge e luoghi da vedere in unico racconto. Aleria di per sè come dicevo, non offre moltissimo. Ha un museo ed un sito archeologico di età romanica e non dista molto dal mare, dalla spiaggia di Padulone. In questo tratto della Corsica fino almeno a Solenzara passando da Ghisonaccia la costa è pressocchè identica. Lunghe spiagge che ricordano per ampiezza quelle dell’Adriatico ma che per fondo marino somigliano invece al Mar Ligure. Qui non c’è purtroppo il classico fondale “caraibico” perchè è scosceso e quindi non si vede “l’effetto piscina” presente invece in molte delle spiagge più a Sud.

Padulone non è certamente indimenticabile, meglio la spiaggia di Ghisonaccia anche se ancora molto lontana dal paragonarla a quello che si trova dalle parti di Porto Vecchio e più giù. Tuttavia con questo limite, una sorpresa è stata sicuramente Pinia. Il posto l’abbiamo trovato grazie ad una mappa acquistata sul posto in cui vengono elencate le bellezze da vedere (mare e monti). Da Aleria è comoda come distanza anche se trovarla un po’ meno: quest’anno ripassando nella zona non ho saputo individuare la strada che la collega alla N198! Comunque mi ricordo che verso la fine di questa strada, sulla sinistra, c’è una barca biancazzurra appesa a mo’ di cartello. Si segue una strada sterrata circondata da vigneti per ritrovarsi in una fitta boscaglia e dopo circa 2km si arriva ad una radura con un “parcheggio”. Qui lo spettacolo dell’arrivare al mare è davvero fantastico poichè in pieno Agosto, noi eravamo gli unici in spiaggia! Peccato per il mare un po’ mosso, ma l’unicità del luogo selvaggio e deserto merita una visita (se si riesce a trovare la via).

Di Ghisonaccia ricordo solo un risotto ai frutti di mare mangiato in ristorantino sulla spiaggia ma, come dicevo, il posto non è eccezionale. Come non lo è Scafa Rossa, in zona Solenzara. Solenzara è più “utile” per chi volesse fare un giro in Avventura Park e per raggiungere il Col di Bavella.

Scendendo verso Porto Vecchio s’incontrano Canella, Favone e Tarco.Tutte e tre con belle spiagge. Soprattutto Canella non ha nulla da invidiare a quelle più rinomate. Unico limite è il sole che, tramontando alle spalle dietro le montagne, la rende in ombra abbastanza presto nel pomeriggio. E’ anche molto affollata. Ancora più a Sud c’è Fautea (la mia preferita) ma ne parlo più avanti.

Compensando lo svantaggio di sobbarcarsi ogni giorno almeno due ore di viaggio per raggiungere belle spiagge a sud, Aleria si trova in buona posizione per raggiungere le cittadine di Corte e la ben più nota Ajaccio. Tra l’altro sulla strada che costeggia il Tavignano in direzione di Corte deviando si possono visitare alcuni paeselli tipici dell’entroterra con dei bei panorami (le guide dipingono come straordinari alcuni monumenti, ma in realtà ci vuole un po’ di fantasia per ritenerli tali). Ritornando sulla via principale per Corte c’è un bel ponte in pietra (d’attraversare) di epoca romana.

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Ponte romano sul Tavignano

Ponte romano sul Tavignano

Corte e una cittadina con una rocca (bella vista dal basso) e le sue mura. All’interno delle mura non c’è molto da vedere ma la cittadina è carina. Da qui si può partire per la valle della Restonica (fiume e laghi). Il fiume, come molti altri qui in Corsica da’ la possibilità di picnic e bagni in quelle che definisco piscine naturali, bei laghetti con cascatelle create dal dislivello. Purtroppo per noi ai laghi non siamo potuti arrivare per il maltempo (tra l’altro dopo un quarto d’ora terribile in una strada a doppio senso larga poco più di una carreggiata e senza guardrail).

Restonica

Corte

Ajaccio è bella ed interessante soprattutto per avere dato i natali a Napoleone. Qui infatti si possono visitare la casa natale e la tomba di famiglia. Facendo un giro per le mura si arriva fino all’ex-castello che attualmente è una caserma dell’esercito. Da qui c’è un ottima vista sul mare di Ajaccio.

Altro posto da vedere sono le cascate della Purcaraccia. Occorre arrivare a Solenzara e prendere per il Col di Bavella. Ad un certo punto si arriva ad un ponte in ferro e subito dopo si nota un mucchio di gente parcheggiata (c’è anche un parcheggio sterrato appena oltre dove si possono mangiare le more dai rovi… Non è semplicissima la discesa verso il fiume ma poi merita la fatica. Anche qui piscine naturali, scivoli di roccia e acqua gelata!

Poleschello

Poleschello

Il Col di Bavella l’abbiamo visitato meglio nel 2006. All’apice partono numerosi sentieri per le escursioni in montagna o l’alpinismo. Qui trovate una Croce ed la statua alla Madonna di Notre-Dame. Portarsi una felpa è d’obbligo, il vento è piuttosto freddo anche nelle giornate calde.

Due città da vedere sono senz’altro Bonifacio e Porto Vecchio. Soprattutto Bonifacio è bella per la sua particolarità. E’ arroccata a strapiombo sul mare ed è cinta da mura che ne facevano una fortezza inespugnabile. Molto bella da visitare, ottimi ristoranti e una passeggiata naturistica verso il Faro di Capo Pertusato godendosi una vista mozzafiato sulle Falasie (faraglioni) delle Bocche di Bonifacio (nonchè la possibilità di scorgere in lontananza S.Teresa di Gallura).

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Silvia a Bonifacio

Silvia a Bonifacio

Porto Vecchio ha un bel centro (piccolo) con piazza, locali e chiesa. D’estate è sempre molto affollata e non è facilissmo trovare da parcheggiare. Personalmente l’ho preferita di giorno poichè la sera è meta di moltissima gente che alberga nelle vicinanze.

Fautea

Fautea

La zona di Porto Vecchio e a scendere verso Bonifacio e’ la più rinomata in fatto di mare e spiagge. Appena sopra S.Lucie di Porto Vecchio c’è la spiaggia di Fautea sovrastata da un’antica torre genovese. Questa è attualmente la mia spiaggia corsa preferita poichè non eccessivamente affollata, abbastanza ampia, a ridosso di una macchia mediterranea, con un bel fondale e con scogli e la possibilità di salire sulla torre (non in cima) per godersi il bellissimo panorama.

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Fautea

Fautea

Scendendo verso ed oltre Porto Vecchio ci sono innumerevoli spiagge tutte davvero incantevoli, anche se, ad Agosto sono piuttosto frequentate. Troviamo Pinarello, Cala Rossa, S.Cipriano e poi le note Palombaggia e Santa Giulia, a scendere Rondinara e Santa Manza (o Sant’Amanza) fino a giungere a Bonifacio.

Descrivere queste spiagge non è difficile: mare stupendo, trasparente e azzurro al limite dell’artificiale, sabbia candida, purtroppo…moltitudine di turisti. Inserisco una mappa per dare l’idea del posizionamento.

Cala Rossa

Pinarello

Palombaggia

Rondinara

 

Palombaggia

 

 

 

 

 

Sotto Bonifacio proseguendo sulla costa in senso orario in risalita verso Ajaccio (in realtà si taglia nell’interno da Porto Vecchio verso l’aeroporto di Figari e poi fino ai Pianattoli di Cardarello) si trovano altre spiagge molto interessanti e meno (si fa per dire) frequentate: Murtoli (introvabile!) e soprattutto Roccapina (strada sterrata di 2,5 Km per raggiungerla ma ne vale la pena!). A chi ama il mare mosso consiglio Tizzano, più a nord verso Sartene sulla costa Sud-Ovest.

Roccapina

Tizzano

 

 

 

 

 

 

 

 

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In sostanza la Corsica è davvero multiforme e ha tanto da offrire in termini paesaggistici e non solo. Unico limite: Ha una strada nazionale in prossimità di Bonifacio e Porto Vecchio da evitare negli orari di spostamento (mattina e pomeriggio). Rischi di coda elevati. E l’affollamento ad Agosto a volte può dar fastidio, diciamo che se si va presto in spiaggia si riesce a vivere la giornata abbastanza bene, forse andarci a luglio sarebbe preferibile. Concludendo: la Corsica mi piace moltissimo e la consiglio vivamente!

Corsica

Corsica

 

Provenza, Costa Azzurra e Camargue 2-16 Agosto 2008

 
Il nostro tour in Provenza

Il nostro tour in Provenza

Come ogni anno verso Aprile-Maggio decidiamo dove andare in vacanza. Innanzitutto cerchiamo di far combaciare le ferie di tutti e 4 (siamo due coppie) e poi iniziamo a proporre destinazioni. Avevamo voglia di mare e di gironzolare per vedere posti nuovi ed interessanti.
Quest’anno si era partiti con l’idea di evitare voli e costi eccessivi visto che l’anno scorso non abbiamo badato a spese per la Norvegia pur rimanendo nei costi preventivati.
Escludendo quindi posti come la Grecia (per via del volo) rimanevano la Spagna, il Portogallo e la Francia raggiungibili via terra.
Dopo aver capito che Portogallo e Spagna risultavano troppo distanti per una vacanza di sole due settimane via terra abbiamo optato per la Francia del Sud vista la possibilità di arrivarci da Milano abbastanza rapidamente.
Come l’anno precedente abbiamo iniziato cercando itinerari su internet, brochure al consolato francese e mappe con Google Earth e Google Maps.
Abbiamo deciso di partire con la mia macchina attrezzata con il necessario più l’immancabile Garmin a farci da supporto alla guida. 🙂

Avendo due settimane a disposizione, il primo approccio è stato quello di prenotare alberghi per 2/3 giorni in zone strategiche per le nostre escursioni e per le giornate di mare ma, immediatamente, ci siamo scontrati con la realtà della Costa Azzurra e della Provenza ad Agosto: tutti indistintamente permettono la prenotazione a settimana e non di meno.
A questo punto abbiamo selezionato ciò che volevamo andare a visitare e posti di mare in cui soggiornare e quindi abbiamo trovato – dopo innumerevoli scremature su vari siti – due location ideali per soggiornare.
Per poter risparmiare ulteriormente abbiamo deciso di evitare alberghi e di prenotare due appartamenti, come spiegherò più avanti.
Si parte!

Decise le date (2-9 Agosto prima meta, 9-16 la seconda) abbiamo tentato di definire cosa volessimo vedere in Costa Azzurra e cosa in Provenza e quindi abbiamo separato la zona da Est a Ovest.
Poiché Silvia ed io avevamo già visitato in passato Montecarlo, Cannes e Nizza, siamo riusciti a focalizzare le destinazioni ed i tempi abbastanza precisamente almeno per la costa appena oltre confine.

La prima località doveva rimanere nell’entroterra – per evitare il traffico della costa – ma non lontano dalle spiagge, comoda con le autostrade e che ci permettesse di poter visitare Cannes, Nizza, Monaco, Eze, Cagnes-sur-Mer, Vence, Grasse, le gole del Verdon, le spiagge meno affollate.
Per la seconda settimana il target era concentrato più sulle visite rispetto all’abbronzatura(!) quindi poter visitare Avignone, Aix-En Provence, Arles, Nimes, il Mont-Ventoux, l’interno provenzale con i prati di lavanda, qualche abbazia.

Dopo ripetute ricerche abbiamo finalmente trovato grazie a due siti(*) le località  e gli appartamenti che potevano andare bene per 4 o più persone con almeno due bagni (e la piscine ^___^) .
(*) http://www.holiday-rentals.co.uk/ (consigliato vivamente per appartamenti, con prezzi e disponibilità) e http://www.abritel.fr (idem).

Il primo posto è il seguente : http://www.visitbastide.com/ (La Bastide Saint Christophe) a Le Bar sur Loup, appena sopra Cagnes sur Mer, cioè poco lontano da Cannes.

 

Il secondo è invece a Mas Blanc des Alpilles ma non ha un sito vero e proprio, la pagina di prenotazione è nel frattempo sparita da internet.

Questi due siti di prenotazione sono davvero ben fatti e chiari, c’è possibilità di mandare mail per richiesta di informazioni e noi siamo rimasti contenti del risultato.

Proprio come nel 2007 grazie a Google Earth e soprattutto Google Maps abbiamo programmato l’itinerario per raggiungere da Milano la nostra prima meta in Costa Azzurra: Le Bar sur Loup.
Poiché la data di partenza avrebbe coinciso con un bel bollino Nero (sabato 2 Agosto) abbiamo deciso di evitare l’Autostrada dei Fiori e di allungare il percorso (30km) passando da Torino, Cuneo e la Val di Tenda sbucando tra le montagne a ridosso di Menton sulla E74 che ci avrebbe portato fino a Cagnes sur Mer e da qui via la Route de Vence alla destinazione finale.
La scelta è stata positiva e pur mettendoci un’ora in più dell’alternativa (calcolata a zero traffico, ovviamente) è stato un bel viaggio con un panorama vario e rilassante e con poche macchine.
Siamo anche riusciti a fermarci per un pic-nic sulla statale che porta a Limone per poi ripartire rifocillati e ricaricati. L’unico momento di tensione c’è stato appena oltrepassato il confine italo-francese ove qualche italiano impaziente superava nei tornanti che scendono verso la costa Azzurra.

Le prime due differenze palpabili in Francia rispetto all’Italia sono i cartelli stradali: blu per le autostrade e verdi per le statali (il contrario che da noi, in sostanza) e un’infinità di pedaggi con monete ai caselli autostradali. (In Italia sono ormai viziato con il Telepass!).

All’uscita di Cagnes sur Mer seguiamo le indicazioni (sommarie) e il gps che stranamente ha due comportamenti equivoci… Innanzitutto la lingua: chiaramente è impostato in italiano ma ha in database inglese francese e quant’altro…eppure non riesce a pronunciare correttamente i nomi delle vie francesi che vengono pronunciati come se fossero in italiano.
Secondo : la zona è coperta sulla mappa in modo approssimativo. Infatti dopo aver capito come arrivare a Le Bar sur Loup (chiedendo ad un ragazzo a bordo strada) anche la via di destinazione veniva considerata dove non era… Misteri delle mappe gps. Misteri che si riproporranno intensamente con itinerari a sorpresa… poi vi dico.

Chieste ulteriori indicazioni ad una signora di un negozio arriviamo finalmente a destinazione e subito veniamo simpaticamente accolti dalla Sig.ra Milly Brandt che in inglese (sua lingua madre) ci illustra l’appartamento, la piscina, il posto auto coperto, il barbecue e tutto quello che ci potrà servire nel soggiorno. Il posto è incantevole, l’appartamento bello e spazioso ed in frigo c’è pure una bottiglia di vino rosato offerto dalla signora e dal marito olandese Aart!
L’aria è un po’ umida e l’afa si sente ma nei giorni successivi il clima si farà apprezzare grazie al vento e a clima più secco.
Dopo aver sorteggiato i posti letto prepariamo per la cena e ci godiamo il meritato riposo nel soggiorno, ove a parte il camino molto suggestivo, ci sono candele in ogni posto, un balcone che dà sulla vallata col tramonto in un’atmosfera bucolica…davvero magnifico!

La Bastide Saint Christophe

La Bastide Saint Christophe

Al mattino successivo, dopo qualche foto alla casa, ci mettiamo in marcia, vogliamo passare una giornata al mare e quindi scendiamo sulla costa vicino ad Antibes. C’è abbastanza gente ma non è come in Liguria dove si è francabollati uno all’altro. Dietro la spiaggia ci sono pure palme sotto cui ci si può stendere a fare una bella dormita. Peccato che il sottoscritto, da bell’addormentato si sia preso una bella scottatura! E così ho imparato anche i nomi francesi di creme e pastiglie per alleviare il prurito dell’eritema e il bruciore… Stanchi ma contenti torniamo nel tardo pomeriggio a casa dove ci prepariamo una bella grigliata di carne e verdura sul bbq!

In questa vacanza abbiamo scelto di alternare mare e visite (almeno nella prima settimana in Costa Azzurra) per cui oggi la sfruttiamo come turisti itineranti e scendiamo a vedere innanzitutto Nizza. Silvia ed io l’avevamo già vista ma è sempre un bel tornarci. Ci passiamo abbastanza di sfuggita dalla bellissima Promenade des Anglais, passando ovviamente davanti al Negresco in direzione Italia perchè vogliamo andare a visitare Eze, un bellissimo villaggio arroccato su una ripida collina (Eze – Village, poichè sotto c’è anche Eze bord de Mer). Lasciata la macchina alle pendici, si sale a piedi, godendosi il panorama e camminando tra vicoli antichi in porfido, sotto mura su cui fioriscono boungaiville ed edera. Nel villaggio c’è molto turismo e tantissimi negozietti con bar e ristoranti. In cima c’è un bellissimo giardino botanico (l’ingresso costa mi pare intorno ai 5-6 €) che merita di essere visitato e che dà modo di ammirare il panorama fino al mare.

Eze

Eze

Eze

Eze

Proseguiamo verso est per una scappata a Montecarlo (Silvia ed io l’abbiamo già vista qualche volta). Facciamo un giro veloce (praticamente il giro del circuito di F1!). Montecarlo è caotica seppur ben tenuta. E’ piena di grattacieli e a molti non piace. Macchine costosissime, boutique di lusso, bel panorama, un porto pieno di yatch e, a mio avviso, una bella parte alta dove c’è il castello dei regnanti (i Grimaldi) del Principato. Questa volta però ripartiamo quasi subito, ci rimettiamo in marcia per Le Bar sur Loup per riposarci nella nostra bella casetta godendoci il tramonto dal nostro balcone che dà sulla vallata!

La Bastide Saint Christophe

La Bastide Saint Christophe

Su consiglio di Aart e Milly oggi andiamo al mare di Theoule sur Mer. Parcheggio difficoltoso (molto simile alla Liguria, per rendere l’idea) ma spiaggia pubblica pulita di fianco al porticciolo con alcuni alberi (pochi) ad ombreggiare, anziani che giocano a bocce (sport nazionale francese, direi!), bel mare azzurro. Qui ci torneremo anche nei giorni successivi perchè è tranquillo, non c’è ressa per accaparrarsi un posto dove sdraiarsi e la baia è davvero bella, con le colline a fare da cornice. Nel tardo pomeriggio torniamo a casa per sfruttare anche la piscina. Niente di meglio che qualche tuffo rinfrescante nell’acqua dolce dopo la sudata del giorno e il sale sulla pelle!

Theoule sur Mer

Theoule sur Mer

Il 6 si sale a nord ovest di Le Bar sur Loup verso Castellane, da dove inizieremo il giro delle gole del fiume Verdon (Gorges du Verdon). La strada è un susseguirsi di tornanti, gole, canyon e molto spesso si costeggia il fiume che ha l’acqua di un colore azzurro molto intenso. Ce la prendiamo con calma anche perchè tutto il giro impegna per circa 250km e la strada non è molto larga. La giornata è calda ma si è ripagati dalle splendide vedute lungo tutta la strada.

Gorges du Verdon

Gorges du Verdon

Gorges du Verdon

Gorges du Verdon

Verso le 11 e mezza, dopo circa due ore di viaggio, siamo nei pressi di Rougon, dove si sviluppa un sentiero pedonale (circa dieci-quindici minuti sotto il sole) che porta in cima ad un dirupo che dall’alto domina le vallate circostanti ed il fiume: il Point Sublime. Una vista mozzafiato!
Proseguendo s’inizia a vedere la tanto decantata (e profumata) lavanda. A seguire si giunge poi al Lago di Santa Croce (Lac de Sainte Croix), in cui s’immette il Verdon.

Gorges du Verdon

Gorges du Verdon

Gorges du Verdon

Lac de Sainte Croix

Dall’altro si vedono molti bagnanti ed una spiaggia piuttosto ampia per fortuna non gremita, decidiamo di scendere a farci una bella nuotata. Se l’acqua è trasparente, il fondo è di contro molto fangoso per cui l’azzurro si presta facilmente ad intorbidirsi e l’acqua a riva è davvero calda come il brodo. Meglio allontanarsi un po’ da riva facendo attenzione agli innumerevoli pedalò e canoe. Qui abbiamo tentato di noleggiare anche noi un pedalò ma l’ora (circa le 14) è troppo tarda e c’è davvero una coda infinita, lasciamo stare. Ci riposiamo un poco e poi riprendiamo la via iniziando il rientro verso sud. Sempre tra le gole del Verdon si attraversa il Ponte de l’Artuby in cui praticano il bungee jumping.

Gorges du Verdon

Pont de l’Artuby

Ci fermiamo qualche minuto su questo ponte alto ben 182 metri ad osservare il pazzo di turno che adora lanciarsi nel vuoto! Noi preferiamo solo scattare qualche foto ed effetturae una ripresa video e poi ci rimettiamo in macchina per giungere in serata a casetta…questa sera ci prepariamo un bel bbq di pesce!

Nei due giorni successivi torniamo alla “nostra” spiaggia a Theoule sur Mer, preceduta in mattinata con la visita del Salt du Loup, una piccola cascata del fiume nei pressi della nostra casa, carino ma la visita è davvero di breve durata.

Il 9 Agosto è giornata di partenza verso la nostra seconda “base” a Mas Blanc des Alpilles. Preparati i bagagli salutiamo la casa e i gentilissimi proprietari che ci hanno garantito un posto magnifico e una settimana di assoluto relax. Poiche il percorso impegna per circa 3 ore decidiamo di effettuare una deviazione verso Cotignac dove ci hanno consiglito un ristorante tra le vigne: Le Clos des Vignes . Si prende la provinciale (a pedaggio) E80 in direzione Marsiglia e si esce in direzione A57 “Le Luc, Toulon, Hyeres”. Dopo qualche peregrinazione di troppo poichè il gps ha le mappe non aggiornate o poco precise, tra filari di vite a perdita d’occhio arriviamo sul posto. La giornata è caldissima ma per fortuna riusciamo a mangiare all’ombra di un pergolato e di un pesco. Si mangia (e beve) bene anche se un po’ alla Nouvelle Cousine. Dopo un po’ di riposo ci rimettiamo in marcia e riprendiamo la E80 a Brignoles. Arriviamo a destinazione a metà pomeriggio (attenzione perchè spesso in queste case/appartamenti richiedono l’arrivo dopo le 16 o le 17). Ad attenderci c’è un’amica della proprietaria poichè lei è spagnola e al momento non risiede in Francia. Ci mostra la casa, il serbatoio del gas (che, scopriamo, va pagato a consumo oltre al prezzo pattuito) e la piscina (circolare con un diametro di circa 5 metri). La casa è a un piano, assomiglia allo stile greco (bianco e azzurro predominanti) ed è carina anche se quella a Bar sur Loup è una reggia a confronto. Fatte le provviste prepariamo la cena e poi tutti a dormire, domani ci aspetta un bel giro, poichè qui pensiamo di visitare più che andare al mare.

Oggi partiamo in direzione nord-est, passiamo da Noves e verso le 10 siamo di fronte alla collina su cui è abbarbicato il bel villaggio di Gordes: un giro veloce del centro storico e poi ci spostiamo non lontano per visitare l’Abbazia di Senanque. Bel posto circondato da campi di lavanda (anche se il periodo di fioritura è giunto quasi al termine). Faccio parlare le foto 🙂

Gordes

Gordes

Abbazia di Senanque

Abbazia di Senanque

Dopo un’ora di visita ci rimettiamo in marcia verso Sault, dove stando alle varie guide, ci sono molti campi di lavanda e effettivamente così è, dandoci modo di fotografare begli scorci e qualche cavallo che pascola.

Sault

Sault

Sault

Sault

Ci fermiamo a mangiare al sacco su una collina che domina Sault e poi partiamo alla volta del Mont Ventoux, gioia e dolori dei ciclisti al Tour de France. La strada che conduce alla cima del monte è un susseguirsi di tornanti tutti sotto il sole, non invidiamo quei ciclisti che si stanno cimentando per raggiungere la sommità del monte (circa 1900 metri), una bella fatica. Sulla strada s’incontra anche il monumento a Tom Simpson, ciclista inglese morto per un attacco cardiaco durante la tappa del Tour al Mont Ventoux del 1967. Il paesaggio è lunare, non cè vegetazione in cima (disboscamenti in tempi remoti). D’inverno c’è moltissima neve e d’estate è un forno spazzato dal vento. Dalla cima si dominano tutte le vallate circostanti.

Mount Ventoux

Mount Ventoux

Proseguiamo nel nostro itinerario ritornando dalle parti di Gordes per andare a visitare il paese di Roussillon e il Sentiero dell’Ocra. Arriviamo al villaggio verso le 17 e subito ci dirigiamo verso il Sentiero (l’ingresso è a pagamento, circa 2,5-3€ a testa). Il percorso è facile e…polveroso 🙂

Roussillon

Roussillon

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roussillon

Roussillon

Tutte le rocce e la sabbia hanno un colore rossiccio e ocra (per l’appunto). Ci sono gole, canyon, pinnacoli. Il giro si compie tranquillamente in meno di un’ora. Usciti dal sentiero merita la visita anche il centro di Roussillon (assolutamente a piedi, cè un traffico di turisti notevole). Belle piazzette, vicoli, fontane, locali. E’ molto caratteristico e pittoresco, bello davvero. Ci fermiamo per cena visto che l’ora provoca rumori allo stomaco, placabili solo riempiendolo.

Il giorno successivo, piuttosto grigio, ci consente di spostarci verso ovest per andare alla foce del Rodano (Bouches du Rhone) nel Parco Regionale della Camargue. Più ci si sposta verso la Spagna e maggiormente se ne nota l’influenza (non è raro trovare corride, ad esempio, e anche molti tori al pascolo).

Camargue

Camargue

La zona della Camargue è paludosa, ci sono molti canneti e lagune. La zona è riccamente popolata da bellissimi cavalli bianchi, fenicotteri rosa ed uccelli di varie specie.

Camargue

Camargue

Camargue

Camargue

Giriamo in lungo e in largo tra zone fangose e semiasciutte ed una salina dove sembra che abbia appena nevicato! Ci spostiamo sulla costa fino ad arrivare ad Aigues-Mortes dove ci fermiamo a mangiare al sacco e poi a sud-est a Saintes Maries de la Mer, cittadina che sembra spagnola, famosa per ospitare ogni maggio il più grande raduno europeo di tzigani e nomadi (gipsy). E’ un tipico posto di mare con il lungomare, spiagge su cui è possibile uscire a cavallo e negozi tipici, ove ad esempio, si possono acquistare vestiti da flamenco.

Saintes Maries Sur Mer

Saintes Maries Sur Mer

Il 12 Agosto si presenta ancora con un cielo plumbeo. Di nuovo ci mettiamo in marcia per una giornata di visite, attendendo il sole e magari ancora qualche giornata al mare. Uscendo da Mas Blanc des Alpilles ci fermiamo per scattare una foto ad un bellissimo campo di girasoli e poi ci dirigiamo verso Nimes.

Mas Blanc des Alpilles

Mas Blanc des Alpilles

La bella cittadina offre spunti per una bella visita turistica. L’arena è il punto centrale e forse più apprezzato dai turisti, dove è possibile fotografare la scultura bronzea del torero.

Nimes

Nimes

Nimes

Nimes

Ci sono poi fontane, chiese, rovine romane. Lasciandosi Nimes a sud si raggiunge a circa 25km dalla cittadina lo stupendo Pont du Gard, antico ponte romano ad arcate che merita una visita.

Pont du Gard

Pont du Gard

Spostandosi verso est si raggiunge la famosa città di Avignone in cui si possono visitare oltre il celeberrimo ponte anche il Palazzo dei Papi, anche se, l’interno è piuttosto scarno e l’audioguida è tutto un susseguirsi di “e qui c’era…” “qui vi era ospitato…” ma in realtà state guardando stanze vuote e tutto deve essere frutto della vostra immaginazione…un po’ deludente, in effetti. Non mancano comunque belle vedute dai merli del Palazzo.

Avignone

Avignone

Al crepuscolo rientriamo verso casa passando da stradine (chemin) costeggiate da canneti in mezzo a zone paludose. Qui mi sono preso uno spavento assurdo: è ormai quasi buio, arriviamo ad un incrocio di quattro strade di terra battuta. Il gps sta dando un po’ i numeri per cui ci stiamo affidando al senso d’orientamento e ai (pochi) cartelli presenti. Guardo ai lati per dare la precedenza e ingrano la prima quando sulla sinistra, a mezzo metro dalla mia portiera sbuca di colpo un enorme cane randagio nero! Avete presenti il calssico cane posseduto dal demonio? Ecco… A momenti mi viene un colpo! Per fortuna rimane fermo lì ma per un attimo mi sono ***** addosso! 🙂

Finalmente il 13 e 14 Agosto sono due giornate di sole. Il primo giorno scegliamo la spiaggetta ghiaiosa di Carry le Rouet (una quindicina di km a ovest di Marsiglia). Il mare è bello anche se c’è parecchia gente e la spiaggia è piuttosto piccola. Il secondo giorno invece lo passiamo a Cassis che è invece a 15-20 km a est di Marsiglia. Qui non c’è spiaggia (e poco poco parcheggio) e ci sono invece delle bellissime scogliere di lastroni piatti da cui potersi tuffare. Il mare è di un blu intenso davvero stupendo anche se la comodità della sabbia è un’altra cosa.

A Ferragosto ci muoviamo poco a sud per raggiungere Baux de Provence, un villaggio carino con alcune fortificazioni in mezzo alle colline rocciose della zona. Il posto non è male ma turistico. Pochi km a ovest si raggiunge Fontvieille giusto per ammirare il mulino di Alphonse Daudet da cui è poi comodo proseguire per Arles (sulla strada c’è anche l’Abbazia di Montmajour). Arles come Nimes ha una bella arena, le corride, piazze e i segni del passaggio di Vincent Van Gogh.

Arles

Arles

Arles

Arles

Eccoci all’ultima tappa: rientrando verso Mas Blanc des Alpilles ci fermiamo per una rapida visita alla cittadina di Tarascon dove ammiriamo il castello e le rive del Rodano.

Tarascon

Tarascon

Rientriamo per l’ultima notte nella nostra casetta. Domani si parte!

Mas Blanc des Alpilles

Mas Blanc des Alpilles

Il 16 è giornata di ritorno e il momento di lasciare, dopo due settimane piacevoli e con un pizzico di nostalgia, la Francia del sud. Adieu! La Costa Azzurra e la Provenza meritano per la varietà offerta ai turisti: mare, montagne e colline, città, villaggi, locali, vita notturna, ottimo cibo. C’è davvero tanta scelta che può soddisfare gusti differenti. Probabilmente, come tutta la costa mediterranea sarebbe preferibile visitarla in Giugno o Luglio quando sono presenti meno turisti. Comunque anche ad Agosto, evitando le strade sulla costa (soprattutto intorno a Cannes, Antibes), tutto è visitabile senza particolari problemi, gps a parte!

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Normandia e Bretagna 2012: Diario di viaggio 11-25 Agosto

Tour della Normandia e della Bretagna

Tour della Normandia e della Bretagna

Il volo da Linate è fissato alle 12.40 per cui, una volta tanto, non c’è bisogno di alzarsi nel cuore della notte! Caricata la Meriva arriviamo al Linate Parking (88€ per 15gg) dove la navetta ci scarica al Terminal. Al check-in poca coda (grazie anche al web check-in effettuato sia per l’andata che per il ritorno). Un rapido pranzo al sacco e ci imbarchiamo… anche se Easyjet dovrebbe lavorare un po’ mettendo qualche serpentina o transenna onde evitare le tipiche code italiane (3 file che si riducono ad una con passeggeri allegramente sparsi a ventaglio). Il volo atterra in orario, la temperatura è primaverile, l’afa di Milano un ricordo… Ritirati i bagagli recuperiamo un taxi e arriviamo a destinazione (Avis Car-Away) dopo una mezz’ora circa (15.30) (Euro 44).

Qui parte la filippica sul camper, vi avviso che potete saltare a piè pari se non v’interessa l’eventuale noleggio di un camper mentre vi consiglio di leggere se pensate al contrario di noleggiare un motorhome in Francia da Avis Car-Away…

Ad attenderci c’è solo una signora che dice di “esserci solo per noi”: va beh farla pesare ma, sono sempre aperti al sabato, per cui non capiamo il problema. La prima impressione non è entusiasmante: la signora sembra aver fretta di andare a casa.

Ci chiede se è il nostro primo noleggio di un camper e dopo averle spiegato che è la seconda volta ci conduce in una saletta dove ci lascia a vedere un video di 5 minuti con la spiegazione essenziale del camper in inglese. Per fortuna abbiamo l’esperienza dell’anno scorso perché il video è poco esauriente ma questo è il minore dei mali.

Le chiediamo se a bordo c’è il kit per il test etilometrico (obbligatorio da Luglio 2012 in Francia) ma allarga le braccia e dice che non ne ha mai sentito parlare e “tanto i camper la gendarmerie non li ferma mai”. Speriamo…

Espletate le pratiche burocratiche ci porta a controllare il camper ma, anche qui, nulla a che vedere con la precisione finlandese. Un rapido giro intorno al mezzo per controllare graffi e ammaccature (notiamo solo una luce di posizione posteriore mancante della calotta rossa in plastica), l’interno, la spiegazione sintetica delle bombole e del frigo, la consegna del manuale di bordo e un libro con le aree di sosta di Francia. La signora non è antipatica ma molto sbrigativa.

Poiché nel frattempo sono arrivati due camperisti con un problema e la signora si allontana per servirli, ne approfittiamo per verificare tutto da soli. Purtroppo uno dei vetri superiori è rotto e non c’è modo di aprirlo (è mezzo “impacchettato” con scotch, seccato dal sole, che si sbriciola…non sembra una riparazione dell’ultimo minuto).

Chiediamo lumi e la signora si mostra sorpresa del fatto che un vetro sia rotto ma non può farci nulla perché oggi è da sola.

Iniziamo a farle marcare sul “foglio di consegna” il vetro rotto. Poi visto che non ci fidiamo della resistenza del vetro al vento e all’acqua ci facciamo prestare scala e nastro e saliamo a sigillarlo per bene (siamo costretti a farlo noi vista la mancanza di un addetto).

Scopriamo che il secondo vetro superiore (quello centrale) pur aprendosi e chiudendosi è spaccato nel lato delle cerniere (ma qui non ci arriviamo a poterlo sigillare). La signora ribadisce che non sapeva nulla nemmeno di questo vetro.

Facciamo segnare anche questo vizio sul foglio: c’era il rischio di dover ripagare un danno preesistente al nostro noleggio (il vetro costa circa 700€ tanto per chiarire) se non ce ne fossimo accorti noi.
Ci pare davvero scorretto da parte loro non farlo presente, è chiaro che la manutenzione al camper non è stata fatta.

Non vi dico il giramento di scatole quando non vedi solo l’ora di partire per la tua vacanza e invece perdi tempo con ciò che non ti dovrebbe competere.
La signora ha anche il coraggio di proporci di fermarci ove ci sia un’assistenza qualsiasi (dove? chi?), far riparare a nostre spese il camper per poi farci rimborsare! Ma siamo in vacanza o dobbiamo passare le giornate in giro a farvi riparare il camper quando dovreste farlo voi? Veramente un esempio di scarsa professionalità.

E oltretutto anche mancanza di parola data.
Poiché alla riconsegna avremo poco tempo per via del volo al mattino, avevamo chiesto già dall’Italia se fosse possibile, ovviamente pagando, riconsegnare – il camper “non pulito internamente” in modo da guadagnare almeno un po’ di tempo.
La risposta era stata affermativa (costo 100€) ma poi in Francia ci è stato esplicitamente negato e ci è stato detto che dovevamo pulirlo assolutamente poiché “subito dopo il vostro, parte un nuovo noleggio”.
Si ok, la pulizia la facciamo noi ed è obbligatoria alla riconsegna mentre le riparazioni che dovreste fare voi sono un optional?

In sostanza riusciamo a partire ormai a pomeriggio inoltrato sperando che non ci siano altri vizi occulti.

Per non tediarvi oltre chiudo qui dicendovi che durante il viaggio: abbiamo dovuto usare lo scotch ancora e stringere il sifone del lavello della cucina poiché si riempiva d’acqua il cassetto delle posate e due sgabelli basculanti si sono staccati appena abbiamo tentato di usarli (le viti erano praticamente appoggiate al supporto ma non tenevano).

E dire che il camper in realtà è nuovo (immatricolato a Marzo e ha poco più di 10.000km). Il problema è il continuo noleggio senza una manutenzione seria… Alla riconsegna poi l’atteggiamento dell’incaricato arrivato in ritardo rispetto l’ora concordata (oltre ad un sottile e malcelato disprezzo verso gli italiani “ah italiens” che hanno avuto l’ardire di chiedere un taxi capiente visto che siamo in 4 con 4 valigie) è antipatico e maleducato.

Il nostro Camper

Il nostro Camper

Poiché dobbiamo riconsegnare il pieno di gasolio a metà si è anche lamentato che è sotto di un millimetro… al che gli faccio notare tutti i vizi e quello che abbiamo riparato ma sembra che non gliene importi nulla e quasi, arrivato il nostro taxi, manco ci saluta. Come livello di soddisfazione abbiamo assegnato 4 stelle su 5 ma solo per il camper che, vizi a parte, è davvero bello e non ci ha dato problemi. Ad avere avuto più tempo e calma forse avrei dovuto assegnarli non più di una stella per come ce l’hanno consegnato invece mi ha colto sulla fretta del tassametro del taxi in attesa che stava correndo e con la paura di perdere il volo di rientro.

Il tassista è stato invece correttissimo: arrivati all’aeroporto, poiché c’era coda, ha stoppato il tassametro e ci ha pure arrotondato per difetto la corsa a 49€.

Concludendo: se avessimo preso il camper per la prima volta quest’anno dubito che l’avrei preso una seconda volta. Non siamo stati contenti del trattamento, Avis farebbe bene a fare un controllo qualità. Io questo noleggio di camper non lo consiglio, ed è un peccato perché i camper che hanno a noleggio sono davvero belli e andrebbero consegnati ben mantenuti mentre così non è, almeno per la nostra personale esperienza. In più dovrebbero almeno avere la decenza di scusarsi (se non di scontare qualcosa) per la fornitura – in malafede – di un bene viziato.
Torniamo alla vacanza…

Usciti da Parigi (facendo attenzione a evitare i tunnel bassi) troviamo un Carrefour dove fare la spesa e il classico McDonald’s dove notoriamente pasteggiamo la prima sera di vacanza (solo perché se ne trovano tanti, eh!). Dopo cena, fatto il pieno (consiglio i distributori dei supermercati dove il gasolio costa meno), partiamo alla volta di Giverny e dopo qualche “route barrèè” (deviazione) di troppo finalmente troviamo un parcheggio a Vernon (quello di Giverny è già chiuso dalle 20) per passare la nottata. Bonne nuit!

12 Agosto: Giardini di Claude Monet, Chateau Gaillard, Lyons la Foret, Rouen

Svegli abbastanza presto ci mettiamo subito in marcia per Giverny dove faremo la nostra prima colazione sul camper. L’area di sosta ora è aperta e ci sono una quindicina di camper che hanno passato la nottata qui. Nel frattempo arrivano anche bus e le prime macchine di turisti. A piedi si percorre un sentiero guidato che ci porta alla casa di Monet, il centro di Giverny è quasi un’isola pedonale. Ai giardini vi consiglio di andarci al mattino presto perché poi la coda diventa lunghissima e la visita piuttosto complicata dal numero di persone. L’ingresso costa 9 € a testa. All’interno, oltre la casa dell’artista in cui sono esposte sue tele e la collezione di opere giapponesi, c’è il bellissimo giardino botanico e il famosissimo giardino delle ninfee, ritratto innumerevoli volte dallo stesso Monet. Vale davvero la pena e l’unica pecca è il numero di persone che rendono difficoltoso fotografare il panorama, soprattutto quello del celebre stagno delle ninfee con il ponte giapponese. Ci sono comunque tanti bei scorci e fiori da sbizzarrirsi.

Giardini di Monet

Giardini di Monet

Usciti dalla Fondazione Monet ci fermiamo a ridosso dell’ufficio del turismo per mangiare qualche panino. Rifocillati programmiamo il gps per la sosta (di passaggio) a Chateau Gaillard, ad una trentina di km più a nord, nelle vicinanze di Les Andelys. La strada diventa piuttosto scoscesa nella zona del castello e non è nemmeno troppo larga, prudentemente ci avviciniamo fino ad un parcheggio. Da qui c’è un bellissimo panorama delle rovine del castello e della valle sottostante con la cittadina sul fiume, la Senna. Non ci siamo spinti alla visita interna (tra andare e tornare almeno un’ora a piedi) poiché vogliamo arrivare a visitare Rouen e prima vorremmo passare, sempre di sfuggita, a vedere il villaggio di Lyons-la-Forêt, ancora un’altra trentina di km più a nord del castello. Qui di caratteristico troviamo le tipiche case a graticcio ma, onestamente, non ci ha colpito più di tanto. Ci rimettiamo in strada tra campi di frumento, mietitrebbia enormi, trattori, cavalli, mucche e campi a perdita d’occhio. La campagna collinare è davvero bella. Le strade sono abbastanza trafficate ma godibili. Dopo un’ora siamo a Rouen e in cui consiglio di parcheggiare sulla riva destra della Senna (alla domenica è gratuito poiché festivo). Da qui il centro storico è davvero vicino. Arriviamo alla Cattedrale che merita una visita, c’è anche la tomba di Riccardo Cuor di Leone.

Cattedrale di Rouen

Cattedrale di Rouen

Dalla Cattedrale si percorre poi Rue du Gros Horloge (Il Gros Horloge, simbolo della città, è una costruzione rinascimentale eretta sopra un arco ribassato che scavalca la principale arteria cittadina. È munita di un bell’Orologio medievale a due quadranti del 1389) per giungere alla piazza che ospita la Chiesa dedicata a Giovanna d’Arco che qui (c’è una croce a memoria) morì sul rogo il 30 Maggio del 1431. Rouen è una bella cittadina ma noi siamo attratti dalla costa e vogliamo ripartire…

Orologio a Roue

Orologio a Rouen

In direzione nord-ovest iniziamo a cercare un campeggio per la notte e qui scopriamo che il gps dà un po’ i numeri facendoci compiere deviazioni sulle strade più assurde… rimane un mistero fino al termine della vacanza del perché in Francia il mio Garmin decide di scegliere le strade più tortuose invece di quelle più semplici. Con il camper non è assolutamente bello scoprire che alcune strade sono troppo strette, altre tortuose… Poco prima di Les Loges, sulla strada che và da Fecamp ad Etretat troviamo un campeggio: Les Pommiers (Link) . Siamo quasi al crepuscolo e seppur il campeggio sia un due stelle piuttosto spartano (il che comunque vuol dire se non altro “economico”) ci sembra pulito e tranquillo. Il proprietario è molto gentile ad accompagnarci alla nostra piazzola e addirittura ci aiuta a collegare l’elettricità. Dopo la nostra classica cena luculliana (primo, secondo e contorno, frutta, dolcetti) c’è anche il tempo per una partitella a carte e una tisana prima della ritirata a nanna. Giornata piena ma davvero soddisfacente!

13 Agosto : Etretat, Ponte di Normandia, passaggio sulla costa e arrivo a Bayeux

Abbiamo deciso, per quanto possibile, di spostarci sempre sulle statali per ammirare la campagna ed anche oggi procediamo in questo modo arrivando alle porte di Etretat, dove attraversando il centro e spostandoci di circa 500mt verso l’entroterra, superiamo il campeggio dove parcheggiamo a lato strada in coda ad altri camper, appena fuori del paese. La giornata è grigia ma non sembra promettere pioggia. Lungo la strada che porta al centro del villaggio ci sono bellissime case circondate da giardini curatissimi – in tutta la Francia del nord il giardinaggio sembra lo sport nazionale e i risultati si vedono – che conducono al centro e proseguendo portano al lungomare. Il bello della Francia settentrionale, turisticamente parlando, è che sembra un po’ il nostro estremo nord Italia in quanto a ordine e pulizia. In più la temperatura estiva è mediamente fresca per cui sembra di stare in primavera in qualche montagna orobica (senza le altitudini)!

Giunti al lungomare (circa 200 metri di lunghezza) si possono ammirare le falesie ad entrambi i lati della baia. Quella di sinistra è caratterizzata da un bell’arco di roccia che si tuffa nel mare. Da comodi sentieri si possono ammirare entrambe le scogliere dai rispettivi promontori. Saliamo prima a nord, sulla nostra destra guardando il mare. Dopo una scalinata ci si inerpica su un sentiero piuttosto ripido ma altrettanto breve. In cima oltre a bei prati c’è una bella chiesa in pietra ( purtroppo chiusa). Dalla sommità si può ammirare il panorama di Etretat, la costa verso nord, le falesie e la spiaggia ed il mare sottostanti. L’acqua non invita a farci un tuffo ma coraggiosi che nuotano ci sono eccome!

Etretat

Etretat

Dopo aver assistito per qualche minuto all’opera di un pittore che sta ritraendo il paesaggio, scendiamo e percorriamo il lungomare fino all’estremo lato sud. Sulle rocce vi è un cartello costantemente aggiornato con gli orari delle maree quotidiane poiché qui, come sperimenteremo più volte durante il tour, il livello del mare varia di parecchio tra bassa e alta marea e lo fa in maniera davvero repentina e pericolosa, ne riparlerò più avanti…
Salendo dal sentiero meridionale si costeggia un campo di golf e poi si raggiunge la cima che è meno vasta della “gemella” settentrionale ma che gode di una vista altrettanto spettacolare. C’è anche un passaggio su un ponticello che porta ad un faraglione. Come per i giardini di Monet anche qui non è semplice fotografare il panorama senza qualche turista che impalla, occorre un po’ di pazienza.

E’ ormai quasi l’una e mezza di pomeriggio e i morsi della fame si fanno sentire… Sul lungomare avevo adocchiato un menù fisso a base di cozze e io a questi mitili non so resistere! In realtà poi scegliamo tutti quanti le moule frites (cozze e patatine) poiché nel menù fisso c’erano le cozze al camembert (un formaggio). In più assaggiamo anche il famoso sidro. Le cozze sono ottime ma al sidro onestamente preferiamo un buon bicchiere di vino!
Ritorniamo al camper e ci mettiamo in marcia scendendo verso Le Havre. A Criquetot-l’Esneval troviamo una sorta di Brico in cui riusciamo ad acquistare barbecue, carbonella e liquido infiammabile (30 € ben spesi!) mentre ha iniziato a piovere a sprazzi. Proseguendo passiamo oltre il ponte di Normandia, che è davvero bello ed imponente, in direzione sud (6€ con il camper) giungendo a Honfleur, dove visto il caos parcheggi non ci fermiamo se non per qualche foto di rito. Se non altro è uscito di nuovo il sole.

Deviamo a nord-ovest per restare sulla costa. Passiamo da Trouville e la più nota Deauville (spiagge immense, bellissime ville, festival del cinema) incrociando anche il traffico tipico degli spostamenti di fine settimana con qualche ingorgo di troppo (quando guido io code e strade deviate ne trovo sempre, quando guida Ivan trattori e mietitrebbia a gogò!). A conferma dell’amore botanico dei francesi c’è pure un dinosauro fatto con le siepi a Villers-sur-Mer! Nel tardo pomeriggio arriviamo a Bayeux e ci mettiamo subito alla ricerca di un’area di sosta. Nel gps avevo precaricato campeggi e aree di servizio e dalle parti di Les Londes ce ne dovrebbe essere una (che non troviamo). In fondo ad una stradina di campagna siamo costretti a fare inversione ma a poche centinaia di metri troviamo uno spiazzo a bordo strada che ci piace. Sui lati siamo circondati da campi di granturco, la strada ha traffico praticamente inesistente e la recinzione che divide il campo dalla strada è formata da rovi pieni di more! Riusciamo quindi a coglierne un bel po’ come frutta dopo esserci rifocillati con una grigliata preparata sul nostro nuovissimo barbecue… Il posto è davvero piacevole e tranquillo, ora ci aspetta una nottata di riposo.

14 Agosto : Bayeux, Cimitero americano di Colleville-sur-Mer

Dopo una notte ristoratrice ci dirigiamo a Bayeux. Qui abbiamo un po’ di difficoltà nel trovare un parcheggio adatto al camper che sia abbastanza vicino al centro (chiuso ai camping car) ma, per fortuna, incrociamo un’autovettura della scuola guida locale. L’istruttore di guida è gentilissimo e si offre di condurci ad un parcheggio che vada bene. Il suo allievo ci riporta su una sorta di circonvallazione esterna e poi ci lascia dove il camper può sostare senza problemi. Davvero molto cortese. Dal parcheggio al centro ci si mette poco, circa una decina di minuti a piedi. Abbiamo deciso di andare subito a vedere la Cattedrale di Notre Dame che merita sia per l’interno che per l’esterno gotico.

Cattedrale di Bayeux

Cattedrale di Bayeux

Da qui ci sposta di poco e si arriva al museo (La Tapisserie) che ospita il celeberrimo Arazzo di Bayeux (Link) . Siamo fortunati perché la coda non è molto lunga, è soprattutto all’interno dove c’è un po’ di attesa per la consegna delle audio guide (in tutte le lingue più comuni). Dopo una ventina di minuti siamo finalmente davanti all’arazzo (che si sviluppa lungo un corridoio a 90° lungo una settantina di metri). L’audioguida spiega esaurientemente le immagini raffigurate. L’arazzo poi non è esattamente come un tappeto appeso ma un lungo “lenzuolo” ricamato. E’ una bella visita, la consiglio. All’uscita siamo stupiti di quanto si sia allungata la coda dei turisti: fino all’uscita oltre il cortile che dà sulla strada. A pochi metri di distanza c’è un canale con un bel mulino ad acqua. Questo corso d’acqua ha dei bei scorci da immortalare.

Bayeux

Bayeux

Ci fermiamo in un bar con giardino bar dove mangiamo del pollo e delle crepes. Dopo un rapido giro nel centro ammirando le case a graticcio, torniamo al nostro mezzo. A Bayeux c’è anche il Memoriale della battaglia di Normandia ma noi abbiamo dovuto scegliere e abbiamo preferito andare, per oggi, a vedere il Cimitero Americano a Colleville-sur-Mer.

Cimitero Americano a Colleville sur Mer

Cimitero Americano a Colleville sur Mer

Il Cimitero, Memoriale dedicato ai caduti durante lo sbarco in Normandia (e non solo), è ad una ventina di minuti a nord-ovest di Bayeux. Lasciato il motorhome nell’ampio parcheggio entriamo nel Cimitero: il territorio è appartenenza degli Stati Uniti d’America e quindi all’ingresso (gratuito, ovviamente) c’è il controllo zaini ed il metal detector come negli aeroporti. Il terreno sorge sulla collina che sovrasta la celeberrima Omaha Beach, una delle rinomate spiagge utilizzate dagli alleati nel D-Day, il 6 Giugno 1944. Subito dopo l’ingresso c’è un centro accoglienza con mostre permanenti di varia oggettistica appartenuta a soldati americani e non: accendini, lucido da scarpe, pacchetti di sigarette, munizioni, zaini, razioni alimentari ecc… C’è un computer in cui è possibile inserire il cognome alla ricerca di eventuali parenti defunti durante lo sbarco e qui sepolti. Sono innumerevoli anche i videowall dove scorrono immagini dello sbarco e c’è un teatro dove ogni mezz’ora viene riproposto un documentario davvero struggente. Usciti all’aria aperta ci incamminiamo verso il memoriale, un colonnato semicircolare con le mappe delle operazioni dello sbarco.

Cimitero Americano a Colleville sur Mer

Cimitero Americano a Colleville sur Mer

Arriviamo mentre sta suonando il silenzio: è l’ora dell’ammaina bandiera. Stando alla Lonely Planet la cerimonia è alle 18 ma sono le 17.20 e quindi vediamo la bandiera statunitense praticamente già a terra. Ne seguiamo almeno il ripiegamento e poi proseguiamo nel cimitero vero e proprio. Una moltitudine di croci in marmo bianco (anche stelle a sei punte per gli americani di religione ebraica). Qui sono sepolti quasi 9400 soldati e guardando la spiaggia sottostante, dove molti di loro sono morti (circa 4000), viene naturale pensare che fu praticamente un’operazione suicida. Ci sono molte croci che onorano militi ignoti.

Cimitero Americano a Colleville sur Mer

Cimitero Americano a Colleville sur Mer

In fondo al cimitero c’è una cappella ed oltre ancora si trovano due statue in granito che rappresentano la Francia e gli U.S.A. Guardando quanti hanno perso la vita qui mi viene solo da ringraziare questi uomini che hanno dato la loro vita per fermare il nazismo. Il Cimitero sta per chiudere e quindi usciamo, facendo poi ritorno alla stessa piazzola a bordo strada della sera precedente per passare la nottata.

15 Agosto: Arromanches les Bains, Cannoni a Longues-sur-Mer, Omaha Beach, Pointe du Hoc, arrivo ad Isigny-sur-Mer

Dopo colazione ci dirigiamo ad un’area per la vidange (scarico acque nere e grigie) e il carico acque e ci rimettiamo in marcia verso la costa. La prima tappa della giornata è Arromanches-Les-Bains: qui gli inglesi montarono un porto prefabbricato per permettere lo sbarco di mezzi, armi, soldati e rifornimenti utili alla conquista del territorio francese. Rimangono sulla spiaggia parti ormai corrose dal tempo e dai molluschi e per tutta la baia il semicerchio frangiflutti. Sulla collina che domina il villaggio c’è il parcheggio a pagamento (5€) e il cinema a 360°. Qui viene proiettato un filmato con immagini dell’epoca mixato con immagini attuali, mostrando la distruzione, lo sbarco, la guerra.

Arromanches les Bains

Arromanches les Bains

Arromanches les Bains

Arromanches les Bains

Scendiamo poi in paese e c’inoltriamo sulla spiaggia che con la bassa marea mostra i resti del porto (Port Winston). Ci affrettiamo perché c’è una navetta (un trenino) che ci riporta in cima alla collina.

Ci dirigiamo verso nord-ovest per andare a vedere le batterie di cannoni tedeschi a Longues-Sur-Mer. Qui nei campi ci sono 4 cannoni (3 ancora in ottimo stato) e verso il mare i bunker a protezione delle batterie. Scendiamo poi a fianco del Cimitero Americano per ammirare fugacemente Omaha Beach (dopo qualche attimo di paura perché non si capiva se la strada fosse a senso unico o no… lo era! Con il camper sembrava un po’ stretta per due mezzi…

Omaha Beach

Omaha Beach

Risaliti dalla spiaggia (bellissima), che non conserva nulla dell’epica battaglia svoltasi, proseguiamo ulteriormente verso nord-ovest a visitare il sito di Pointe du Hoc. Qui ancora parcheggio enorme che permette la sosta ai camper senza problemi. Incamminandoci verso il mare troviamo indicazioni sul luogo che è stata zona di battaglia e soprattutto di bombardamenti aerei degli alleati. Il terreno è infatti disseminato delle buche causate dalle esplosioni delle bombe. Anche qui morirono più di cento soldati alleati nel tentativo (riuscito) di occupare l’avamposto tedesco. La zona sembra un groviera ed è impressionante, merita la visita.

Pointe du Hoc

Pointe du Hoc

Ci spostiamo poi a Isigny sur Mer dove passeremo la notte nel bellissimo campeggio Le Fanal. Qui troviamo una delle famiglie (gentili) ma più assurde mai incontrate in campeggio: madre e due figli con padre ultra tamarro. Ha una Golf con un impianto stereo da paura che mostra orgoglioso agli altri campeggiatori. E’ per altro gentilissimo a prodigarsi nel aiutarci a fare manovra e spiegarci come funziona il camping. A parte la serata un po’ ventosa riusciamo a farci la nostra classica grigliata al barbecue. Il campeggio è grande, pulito e nel verde (anche se non c’è molta ombra è comunque davvero un bel camping).

16 Agosto : Sainte-Mère-Église, Faro di Gatteville, Faro e Auberge di Goury, arrivo a Lessay

La giornata è splendida anche se un po’ fresca. Il campeggio è già attivo e molti bambini scorrazzano vivaci tra le piazzole. Espletate le solite pratiche di carico-scarico ripartiamo per raggiungere l’estremo nord-ovest della Normandia. Ad una mezz’ora di strada incontriamo Sainte-Mère-Église, villaggio famoso per la chiesa con il paracadutista appeso al campanile.
Un pizzico di storia (tratto da Wikipedia).
Durante la Seconda guerra mondiale questo fu il primo comune francese ad essere liberato dall’occupazione tedesca dopo lo sbarco in Normandia, nella notte tra il 5 e il 6 giugno del 1944, e i due paracadute nello stemma araldico lo ricordano.

Sul campanile della chiesa è stato posto il manichino di un paracadutista (John M. Steele), in ricordo di uno dei più celebri episodi dello sbarco, narrato nel libro di Cornelius Ryan “Il giorno più lungo”, e riportato nel film omonimo del 1962: un paracadutista americano della 82ª Divisione Aviotrasportata finì con il suo paracadute impigliato sul tetto del campanile, rimanendo per molte ore appeso lungo la parete del campanile stesso, ma con ciò salvandosi dallo scontro a fuoco con i tedeschi, seguito ai primi lanci.

Sainte Mere l'Eglise

Sainte Mere l’Eglise

Fine dell’escursus storico. Poiché noi abbiamo voglia di arrivare ai fari più a nord decidiamo di soffermarci giusto il tempo di una piccola ripresa esterna alla chiesa sostando qualche minuto a motore acceso (anche perché c’è molto traffico e pochi parcheggi, praticamente nessuno disponibile per un camper come il nostro). Qui c’è anche il Museé Airborne, con cimeli della Seconda Guerra Mondiale e un po’ ci è dispiaciuto saltarlo ma, onestamente, non potevamo vedere tutto in sole due settimane, purtroppo. Ripresa la N13 si arriva a Barfleur (che ci aspettavamo meglio) per poi salire ancora di pochi chilometri lungo una strada piuttosto stretta per giungere al faro di Gatteville nella zona della Manche. Questo è il primo faro che vediamo e decidiamo di salire, il costo a persona se non ricordo male è di 2€. Il faro è alto 75 metri e per arrivare in cima occorre percorrere la scala a chiocciola composta da 350 gradini. Dall’alto si vede un bel pezzo di costa da est a ovest e, appena sotto, il vecchio faro ora definito “Semafore” (Faro all’epoca detto di “Barfleur”) ben più basso e gestito come tutti i semafore della costa dalla Marina Militare Francese. La vista merita la “fatica” della scarpinata. L’entroterra da qui risulta piatto e con molti campi coltivati. Come tutti i fari sappiate che è battuto dal forte vento…
Ci fermiamo alla base per mangiare al sacco mentre qualche pigro gabbiano tenta di avvicinarsi per carpire qualche briciola dei nostri panini al salame.
Sostiamo un attimo nella piazzetta principale di Gatteville, un parcheggio in terra battuta che dà sulla posta, la farmacia, il municipio e la chiesa. Il cielo si sta coprendo, peccato perché col sole è tutta un’altra cosa…
Ripartiamo verso ovest in direzione di Cap de la Hague e Goury dove ci attende un altro faro e un posto in cui forse riusciremo a mangiare… Arriviamo verso le 5 di pomeriggio mentre inizia a piovigginare e poi a piovere abbastanza bene. Il cielo è plumbeo, il vento forte. La strada che finisce su una piccola penisola è chiusa ai camper negli ultimi trecento metri per cui svoltiamo nel parcheggio sterrato a sinistra adibito proprio ai caravan. Qui c’è pure una coppia di neo-sposi per un servizio fotografico: è il caso di dire “sposa bagnata…”.
Armati di videocamera e macchine fotografiche e k-way scendiamo a piedi per la dolce collinetta fino a giungere al paesello (poche case) di Goury. A bordo strada ci sono mucche e cavalli e il faro (detto “ Phare de la Hague”) si staglia su un isolotto a circa ottocento metri dalla costa. Il tempo è esattamente come ce lo aspettavamo per una visita ad una faro sulla costa: vento fortissimo, freddo e pioggia. Le onde s’infrangono sugli scogli e l’isolotto del faro (no, nessuna foto con l’onda che si abbatte sul faro, peccato!). Bellissimo!

Faro di Goury

Faro di Goury

Peccato per il freddo intenso e la pioggia battente ma d’altronde siamo molto a nord e questo è il clima di qui. Arrivati sulla costa c’è una piccola croce (Croix du Vendémiaire) a ricordo del naufragio di questa nave avvenuto l’8 giugno del 1912.
Ritornati al paesello ci fermiamo all’Auberge de Goury. Premessa: già dall’Italia grazie alla Lonely Planet avevamo adocchiato questo ristorante e i suoi menu. Ed ora eccoci qui a decidere se fermarci a mangiare oppure no (anche perché sono solo le 17.30). Dopo un conciliabolo decidiamo di entrare e prenotare perché abbiamo paura di non trovare posto. Ritorniamo al camper per scaldarci e asciugarci (e soprattutto per vestirci un po’ più pesanti). Nel frattempo il parcheggio si è riempito di camper (molti passeranno la notte qui, sembra). Qualche foto al crepuscolo per il faro illuminato e poi a cena!

Entrare è un piacere perché si passa dai 10 gradi al tepore del grosso camino su cui vengono cucinate carni e pesce alla brace. Il menu non è economicissimo ma d’altronde vogliamo fare uno strappo alla regola del risparmio! Ivan ordina un piatto di ostriche come antipasto mentre noi tre prendiamo il “Torteau di Goury” su cui iniziamo a speculare: sarà un tortino salato di pesce, un purè di gamberi ecc. Le ragazze vanno alla toilette e nel frattempo arriva il torteau che è… un granchio enorme! E’ tenuto freddissimo dal ghiaccio e viene fornito di una bella pinza per frantumare le chele e una sorta di uncinetto per svuotare il guscio (scusate l’ignoranza gastronomica). Ivan ed io abbiamo un po’ di timore per la reazione delle ragazze e invece sono entusiaste. Beh… a parte l’iniziale sorpresa (soprattutto per la dimensione del granchio e per la temperatura ghiacciata) devo dire che tutti siamo stati contenti della scelta: il granchio era davvero squisito! E va beh, abbiamo imparato cos’è il torteau…

Torteau all'Auberge de Goury

Torteau all’Auberge de Goury

Dopo l’antipasto a base di molluschie crostacei prendiamo anche dell’ottima carne (di agnello e non) con delle gustose salsine… L’Auberge de Goury merita davvero una fermata per rifocillarsi. Sul sito (www.aubergedegoury.com) c’è una bella foto con tavolini che ovviamente noi non abbiamo visto per colpa del clima…
Foto di rito davanti al camino e all’insegna del locale, proprio da turisti!
Ritorniamo al camper per ripartire (vogliamo avvicinarci più possibile a Mont Saint Michel (che domani dovrebbe essere l’unica tappa del giorno).
La strada verso sud è poco illuminata e la pioggia non aiuta, tra l’altro è una sorta di statale che non incrocia paesi e bisogna decidere di uscire e cercare un posto per la sosta un po’ a caso.
Verso le 23 decidiamo che è giunta l’ora e usciamo a Lessay dove, davvero per un colpo di fortuna, troviamo un’area attrezzata anche per lo scarico (che faremo al mattino, ovviamente). Dopo un parcheggio eseguito in retromarcia tra due file di camper, finalmente giunge il momento del riposo.

17 Agosto : Mont Saint Michel

La giornata è soleggiata. Dopo colazione scarichiamo le acque anche se, purtroppo, non c’è possibilità di caricare l’acqua fresca. La strada per Mont Saint Michel è quasi tutta autostradale e c’è traffico anche se scorrevole. Dopo circa un’ora e mezza arriviamo. Da qualche anno è stata creata un’ampia zona parcheggi (suddivisa peraltro per auto, caravan e bus) nelle immediate vicinanze della penisola. Il parcheggio giornaliero è a pagamento (12,5 € per il camper) e dà diritto all’uso gratuito delle navette per il monte. Parcheggiato il camper senza problemi (è davvero ben organizzato questo parcheggio) prepariamo le vettovaglie al sacco per la giornata che pare virare al caldo torrido. Camminiamo per circa un chilometro dove ci sono le fermate delle navette elettriche e la diga. In pochi minuti veniamo portati alle pendici di Mont Saint Michel. C’è tantissima gente.

Mont St Michel

Mont St Michel

Qui al momento (2012) si può arrivare solo con le navette o a scelta a piedi. Una volta c’era il parcheggio e (teoricamente) dal 2014 verrà rialzata la strada (diverrà una sorta di molo) in modo da far ritornare il monte un’isola e riportarla al suo stato naturale con le maree originarie che la circonderanno completamente. Tanto di cappello all’organizzazione e alla progettazione davvero impeccabili. Scesi dalla navetta c’è una marea..di gente! E’ infatti impossibile scattare una foto al monte e all’abbazia senza qualcuno davanti. Al momento la marea è bassa e l’isolotto sembra arenato su un’immensa spiaggia. Il caldo e la sete si fanno già sentire.

Entrati nelle mura del villaggio che circonda l’abbazia (sulla cui guglia principale svetta ovviamente S.Michele) riempiamo le bottigliette di acqua da una fontana presa d’assalto. C’è davvero moltissima gente, cosa che a noi (come a molti, ovviamente) non piace ma, d’altronde, dubito che ci sia poca gente qui, d’estate. Iniziamo il percorso e saliamo sulle mura e i bastioni scattando foto in ogni dove. La vista è mozzafiato e, effettivamente, è unica al mondo. Si sale e si scende da ripide scale in pietra per poi giungere all’ingresso all’abbazia (altra coda e pagamento di, se non ricordo male, 9€ a testa). All’interno ci sono visite guidate (anche in italiano) e bisogna solo trovare il punto di ritrovo al momento giusto poiché sono comprese nell’ingresso.

L’interno è bellissimo e vario, stupisce il giardino del chiostro all’ultimo piano. La storia, sia della costruzione, dell’architettura che degli abitanti è ricca di particolari e necessita per il giro di circa due ore. Tutto molto interessante e istruttivo oltre che bello.
Al di fuori dell’abbazia è chiaramente pieno di negozi di souvenir, artigianato e ristoranti vari (un gran caos). Noi preferiamo l’ombra di una siepe appena fuori dall’uscita dell’abbazia per gustarci panini con i succhi di frutta e l’acqua. E’ piuttosto difficile trovare un posto per sedersi all’ombra. La giornata scorre veloce e il tempo vola, noi vogliamo (come tantissimi altri) vedere l’arrivo dell’onda di marea che pian piano circonda tre quarti di Mont Saint Michel. Peccato che sul lato verso il mare c’è un sacco di gente e si vede davvero poco. Tra l’altro l’ora d’arrivo continua ad essere rimandata. Ci si annoia un po’ ma poi ecco che anche dai muri laterali, s’inizia a vedere gente che scappa dalla sabbia sulla strada, l’acqua arriva ad una velocità impressionante, il mascheretto è davvero bello da vedere. Le secche si riempiono e nel giro di dieci minuti è tutto mare! Impressionante e difficile da descrivere, soprattutto l’emozione.

Mont St Michel

Mont St Michel

Mont St Michel

Mont St Michel

Stanchi ma felici torniamo alla fermata della navetta per tornare al camper e nel frattempo decidiamo di vedere se al campeggio/hotel (Camping du Mont Saint Michel) vicino al parcheggio ci sia posto, tutti abbiamo voglia di riposarci e soprattutto di farci una doccia rinfrescante! Siamo fortunati perché la reception ci conferma la disponibilità di posti liberi. Prendiamo un posto (circa 28 € per una notte) e ci danno un pass per poter entrare in questa zona che è preclusa al traffico da una sbarra. Usciti dal parcheggio torniamo qui con il camper e scegliamo una piazzola (è a nostra discrezione). Il campeggio è pulito e ben organizzato: per i bagni e le docce serve un badge. Ceniamo e visita al chiaro di luna per qualche foto al Monte e poi dopo la solita partita a carte programmiamo le tappe di domani. Tutti a nanna! Che magnifica giornata!

Mont St Michel

Mont St Michel

18 Agosto : Cancale, Saint Malò, Sosta a Dinard

Dopo la giornata intensa di ieri oggi ce la prendiamo con calma. Partiamo perciò piuttosto tardi in direzione ovest entrando quindi in Bretagna. L’arrivo a Cancale, dopo circa un’ora tra campi di frumento tagliato e pianure coltivate, è intorno a mezzogiorno. Anche oggi è sereno e fa caldo. A Cancale si arriva nella piazza principale in cui spiccano un bella fontana che raffigura due donne con i cesti per lavare i panni e la chiesa.

Cancale

Cancale

Dopo qualche minuto ci spostiamo a circa 500 metri dal centro poiché qui per il camper è impossibile sostare (per divieto e per mancanza di spazio). Trovato un parcheggio un po’ disperato prendiamo cartine, macchina fotografica e c’incamminiamo in direzione nord, per raggiungere il lungomare. Qui la marea è bassissima, vedere barche appoggiate sulla sabbia fa una certa impressione, sembra un panorama da fine del mondo, con l’acqua risucchiata chissà dove.

Marea a Cancale

Marea a Cancale

Il lungomare è abbastanza breve e costellato di locali per mangiare la specialità di Cancale: le ostriche. Anche questo è un luogo che avevamo adocchiato già prima di partire per venirci a fare un pranzetto a base di molluschi!
Ripassando dalla piazza davanti alla chiesa c’è un matrimonio e ci soffermiamo qualche minuto a vedere gli sposi mentre c’è un musicista che accompagna con la fisarmonica, molto francese. Arrivati al mare girando a sinistra dopo la curva del porto e del molo si possono ammirare le coltivazioni di ostriche lungo la spiaggia.

Coltivazioni di ostriche a Cancale

Coltivazioni di ostriche a Cancale

Ci sono trattori che portano a riva i molluschi per consegnarli direttamente a dei chioschi che le rivendono al pubblico. Le ostriche (a dozzina, solitamente) vengono servite con piatto, forchetta e limone.

Chioschi di ostriche a Cancale

Chioschi di ostriche a Cancale

Le ostriche sono numerate a seconda della dimensione (la 1 è la più grande, fino ad arrivare alla 6-7). Non possiamo fare a meno di prenderne un piatto a testa! Tenete conto che in qualsiasi locale del lungomare un piatto di 6 ostriche (n.5) costa intorno ai 24€ mentre qui un piatto da 12 ostriche (n.6) ne costa appena 6. Certo non c’è il servizio al tavolo e bisogna sedersi su una gradinata ma in quattro si mangia spendendo come una persona sola! I gusci vengono buttati appena a riva (sembra uno schifo ma in realtà i gabbiani ne approfittando e poi vengono a pulire ogni tot). Un pasto sopraffino (a parte Baby che non gradisce troppo molluschi crudi). Per il bere c’è un chiosco a ridosso della strada che vende acqua, vino e bibite.

Ostriche a Cancale

Ostriche a Cancale

Soddisfatto il palato e godendoci l’aria del mare non resta che toglierci dal sole cocente e riprendere la via del camper. Dopo Cancale abbiamo scelto di vedere Saint-Malò e per arrivarci percorriamo la D201 che passa spesso sulla costa. Di colpo scende una fitta nebbia e ogni tanto, quando si apre, vediamo barche e barconi arenati sulla costa: qui sembra davvero il finale di un film catastrofico! Come la marea anche i cambiamenti climatici qui sono sempre repentini e sorprendenti e infatti arrivati nei pressi di Saint-Malò la nebbia come arrivata si dirada e ritorna uno splendido sole.

Giungiamo proprio di fronte alla mura dove c’è il monumento a François-René de Chateaubriand che era nativo del posto. Iniziamo a cercare un parcheggio ma qui è davvero dura, molto peggio di qualsiasi altro luogo visitato fino ad ora. Passiamo oltre il porto dove in questi giorni è ormeggiata l’Amerigo Vespucci ma, anche qui, niente da fare. Alla fine dopo un lungo peregrinare ( un’ora facendo il giro almeno tre volte) troviamo un parcheggio di una chiesa piuttosto lontano dalle mura (a circa venti minuti a piedi dai bastioni). Per chi interessasse il posto è in Rue Jules Ferry, 1,5 km dalle mura e al sabato è possibile parcheggiare gratuitamente.
Seguendo il porto arriviamo all’ingresso delle mura di Saint-Malò antica città corsara. All’interno c’è una piccola città e, secondo me, il giro più interessante è quello da fare restando sulle mura esterne in modo da ammirare la costa e l’île du Grand Bé che ospita la tomba di Chateubriand;

Saint Malo

Saint Malo

All’interno delle mura è piacevole girare per le strade strette e antiche e consiglio una visita alla Cattedrale dedicata a Saint Vincent.

Cattedrale di Saint Vincent a Saint Malo

Cattedrale di Saint Vincent a Saint Malo

E’ una cittadina molto turistica quindi preparatevi a incontrare traffico e molta gente e comunque serve qualche ora per godersela appieno. Sono ormai arrivate le 7 di sera e noi vogliamo arrivare almeno a Dinard per vedere la famosa Promenade du claire de Lune. Anche Dinard in fatto di parcheggi è piuttosto ostica. Dopo qualche giro di troppo troviamo una strada in salita con un posto abbastanza ampio per il camper. Scendiamo verso il mare e siccome Dinard è una sorta di istmo cerchiamo di percorrerne il perimetro sulla costa ma, un po’ per l’ora tarda e la stanchezza, un po’ per il gps che dà i numeri, arriviamo sul lato celebre per le riprese de “Gli uccelli” di Hitchcock (qui immortalato con una statua). Tra l’altro è facile trovare in questa zona case molto simili a quella resa celebre in “Psyco”, è proprio da qui che il regista inglese ne ha tratto ispirazione.

In spiaggia stanno per far partire i fuochi artificiali per cui aspettiamo per un po’ ma il tipo incaricato (che si vede dalla riva) sembra che se la stia prendendo comoda. Dinard sembra una città per ricchi e infatti si vede da come la gente è vestita che è una città turistica e di mondo. Noi turisti “ fai da te” sembriamo un po’ fuori posto tra ragazze in abito da sera e tacchi alti…
Arriviamo quindi alla Promenade ma vista l’ora molto tarda (23) ecco la delusione: è tutto spento e il celeberrimo lungomare illuminato è solo una massa indistinta di piante buie che si confonde con l’acqua scura del mare..che peccato! Torniamo dai fuochi artificiali giusto per vederli scatenare. In sostanza Dinard ci ha deluso anche se in parte è colpa dell’ora di arrivo. Ripreso il camper cerchiamo un parcheggio in piano (che troviamo davanti ad un supermercato) e ci approntiamo per la notte.

19 Agosto : Dinan, Fort-la-Latte, Cap Frehel, arrivo ad Erquy

La mattina si presenta fresca ed il cielo è completamente coperto, la differenza termica con i due giorni precedenti si sente appena mettiamo il naso fuori dal camper. Dopo la consueta colazione riprendiamo la strada in direzione sud e dopo mezz’ora arriviamo a Dinan. Questa è una cittadina medievale davvero bella da visitare, a piedi con calma, tra case e strade in pietra. Ci sono le classiche case a graticcio, chiese, monumenti, la torre dell’orologio.

Dinan

Dinan

Spostandosi verso est si giunge in un piccolo parco che domina la valle del fiume Rance, un bel panorama ed un ottimo posto per mangiare al sacco, anche se la temperatura unita ad una fastidiosa pioggerella non invogliano a soffermarci più dello stretto necessario. Dinan ci è piaciuta parecchio perché lì atmosfera ci riporta al Medioevo senza eccessi turistici.

Dinan

Dinan

Sono le 14 quando ripartiamo ritornando una volta ancora verso nord e la costa bretone. La meta è Fort-la-Latte ma la strada è il pretesto per ammirare le scogliere, la natura selvagge, le spiagge immense con gli sbalzi delle maree. Dopo due ore e mezza, mentre il sole ha prevalso sul grigiore, siamo a Fort-la-Latte dove ci sono parcheggi gratuiti in prati divisi per tipologia di mezzo. Fort-la-Latte – conosciuto anche come Château de la Roche Goyon (denominazione originaria, dal nome dei primi proprietari) – è uno dei più famosi castelli della Bretagna. Scendendo per un sentiero costellato ai lati da more (buone!) arriviamo all’ingresso del castello che da qui si offre a scorci per bellissime foto.

Fort La Latte

Fort La Latte

E’ tardi per entrare (c’è ancora un po’ di tempo in realtà ma, noi vogliamo proseguire per Cap Frehel) e quindi ci accontentiamo della visuale che abbiamo da questo lato. Nel caso entrare vi costa circa 5€ a testa. A pochi chilometri di distanza si giunge a Cap Frehel, promontorio che domina sul mare con il bel faro omonimo a picco sulla scogliera. Arrivando dalla D34 ad un certo punto se volete proseguire per il faro dovete pagare pedaggio, mentre se svoltate a sinistra per St.Brieuc e vi fermate dopo circa cento metri trovate numerosi sentieri (sulla destra) percorribili a piedi che portano sulle scogliere e vi assicuro che ne vale davvero la pena, il panorama è magnifico!

Premetto che da questi sentieri si vede il faro di Cap Frehel in lontananza ma non è possibile raggiungerlo. I sentieri sono immersi tra una moltitudine di fiori: ginestre gialle ed erica viola predominano. Il mare è cristallino e, a parte il vento che è comunque sempre presente, c’è un’atmosfera che riempie gli occhi, il cuore e il senso di pace ci pervade, un posto meraviglioso! Da qui ammiriamo anche il faro (in realtà ce n’è un secondo, più antico e più basso) e le onde del mare che, a tratti, schiumando provocano gorghi simili al Maelström norvegese.

Cap Frehel

Cap Frehel

Malvolentieri ci rimettiamo in marcia perché stasera dobbiamo per forza sostare in un campeggio causa carichi/scarichi acque. Manchiamo il Camping di Cap Frehel, non so come… e qui altri campeggi non ne vediamo. Proseguiamo e dopo qualche giro a vuoto (perfino in una stradina che il gps considera percorribile dal camper e dove, ovviamente, siamo obbligati appena possibile a tornare indietro) arriviamo a Erquy al Campeggio “Hautes Grees” che dai nostri carteggi sembrerebbe un bel campeggio a tre stelle. Alla reception ci spiegano tutto e dopo la richiesta per capire dove scaricare le acque andiamo nel posto indicato dove invece non c’è nessun tombino per scaricare: chiediamo nuovamente (in inglese e francese, non si sa mai) e di nuovo ci dicono di andare nello stesso punto. Alla terza richiesta vengono a vedere e scoprono che non c’è quello che dicono! Sembra che non lavorino nemmeno al campeggio, mah!

Va beh, risolto il problema acque (che era all’ingresso prima del campeggio, ce l’ha detto un altro campeggiatore) piazziamo il camper e mentre ci si organizza con le docce prepariamo la nostra cena preferita: carne sul barbecue! L’aria è fresca e alla sera è ancora pazzesco vedere come la nebbia avvolga tutto repentinamente. Il posto è molto tranquillo e la notte passa in pace. A domani! Altro piccolo inconveniente a proposito delle docce: dopo cena spengono tutte le luci e ci è capitato di fare la doccia al buio… Tre stelle a questo camping sono esagerate.

20 Agosto: Pointe du Plohua, Plage Bonaparte, arrivo a Plouezec

Al mattino ci alziamo tardi e perdiamo un po’ di tempo per sistemare il camper e il barbecue e così il viaggio prosegue che è quasi ora di pranzo… L’idea è quella di proseguire verso ovest restando sulla costa bretone per quanto possibile soffermandoci dove ci piace. Seguaimo la D766 passando da Saint Brieuc, Binic, Saint-Quay Portneux. Sulla strada s’incontrano mulini, mucche, case di pietra e fiori a gogò. Arriviamo a Plouha accolti da una siepe con la scritta omonima. Da qui svoltiamo a destra verso la costa seguendo le indicazioni per uno scorcio sul mare, Pointe de Plouha. Arriviamo al termine di una strada sterrata dove parcheggiamo il camper giusto per pranzare (sono le 2 di pomeriggio…).

Da qui si scende per un sentiero che ci porta a picco sul mare e da dove si ammira la costa scoscesa di granito. Un bel panorama! Oggi abbiamo deciso di prendercela comoda e giunti più o meno a metà tra Plouha e Lanloup ritorniamo di nuovo verso il mare, la Manica. Scendiamo fino dove possibile giungendo al parcheggio di Plage Bonaparte. Da qui si passa sotto un arco di roccia naturale che sbocca in cima ad un sentiero che immette all’enorme spiaggia Bonaparte. Ci fermiamo sulla sabbia che è compatta e umida, la giornata è freca e il cielo variabile ma abbiamo comunque voglia di riposarci un po’.

Mentre la compagnia si “abbronza” (si fa per dire) io decido di misurare a quanti metri distiamo dall’acqua. Al momento sono circa 130 metri (questo per dire quanto è profonda la spiaggia). Alle spalle abbiamo circa 30 metri per raggiungere le rocce su cui c’è uno strato incredibile di molluschi. Dopo circa un’ora tra dormite e contemplazione del paesaggio (tra turisti del luogo dalla carnagione pallidissima) vado a ri-misurare: 60 metri. La marea sta arrivando veloce e a parole non riesco ad esprimere ancora una volta la meraviglia di questo fenomeno. Noi siamo abituati alle maree italiane dove al massimo vedi aumentare di qualche metro il fronte delle onde e qui invece è davvero maestoso questo sali scendi. Passata un’altra mezzora decidiamo di lasciare la spiaggia e arrivati all’ingresso della roccia vediamo come l’acqua si sia ormai presa tutta la spiaggia che a breve sarà solo mare, pazzesco…

Ci rimettiamo in marcia mentre s’avvicina il crepuscolo e la temperatura si rinfresca notevolmente. Giungiamo a Plouezec, un paesello in cui c’è un’area di sosta non attrezzata che permette la sosta notturna per tre camper. Uno è già parcheggiato per cui ci aggiungiamo noi. Tra l’altro di fronte abbiamo un mini-market che domani mattina ci servirà per la spesa. Oggi non abbiamo visto posti famosi ma abbiamo goduto della bellezza selvaggia della Bretagna.

21 Agosto : Costa di Granito Rosa, sosta a Saint-Michel-en-Grève, arrivo a Crozon

Dopo colazione e fatta la spesa partiamo per le tappe odierne. Oggi il giro sarà un po’ tortuoso perché vogliamo vedere la famosa Costa di granito rosa. Abbiamo scelto di procedere verso ovest fino a Lannion salendo verso Trebeurden e per un certo tratto percorrere la costa in senso orario fino a Perros-Guirec per poi ridiscendere via Lannion ed arrivare sulla costa est dalle parti di Crozon. Il tragitto viene seguito con qualche dubbio all’interno delle cittadine dove non sempre è facile seguire il gps e l’idea del percorso che ci siamo fatti. Comunque arrivati a Trebeurden la strada sulla costa è solo una per cui non ci si può sbagliare. Il traffico è scorrevole ma, purtroppo, la strada (D788) si avvicina al mare in pochi punti e quindi non vediamo molto.

Proviamo ad avvicinarci quando siamo a Saint-Guirec ma le stradine sono difficili da percorrere col camper e non c’è un parcheggio libero. Volevamo vedere un faro che non siamo riusciti a raggiungere. Ci rimettiamo in marcia e sulla destra, poco dopo, dietro una curva c’è uno spiazzo in terra battuta in cui riusciamo a fermarci. Da qui, attraversando la strada si riesce a vedere un bel tratto della costa in granito ma il faro è nascosto dalle scogliere a sinistra, peccato. Siamo un po’ delusi e proseguiamo abbastanza celermente verso Perroc-Guirrec per poi ridiscendere verso Lannion. Un giro onestamente un po’ inutile rispetto le aspettative.

Da Lannion in direzione sud-ovest sulla D786 arriviamo di nuovo sulla costa dove, appena dopo Saint-Michel-en-Grève (più o meno alle 14.30!) ci fermiamo per pranzare. Il cielo è grigio e c’è vento. La spiaggia con la bassa marea è un buon campo di allenamento per alcuni ragazzi che si divertono con il kite landboarding (cioè quello sport tipo kite surf ma fatto su terra e al posto del surf si hanno dei pattini a rotelle o piattaforme con le ruote). Da qui lasciamo la costa “tagliando” l’estremo nord ovest della bretagna e iniziamo a discendere vero l’ovest via Morlaix, saltando purtroppo Saint-Thegonnec e il famoso Calvario (il viaggio è piuttosto lungo e siamo in ritardo sulal tabella di marcia) e dopo pale eoliche, campi con le balle di fieno, fiumi, laghi verso le 17 siamo al Pont de Terenez che ci porta verso Crozon.

Qui consultiamo i nostri depliants dei campeggi per trovarne uno vicino e carino. La scelta cade su “Les Pieds dans l’Eau” dalle parti Saint-Fiacre a circa 6km a nord di Crozon. Il campeggio è gestito da una signora di una certa età molto gentile e molto old fashion: ci fa i conti su pezzetto di carta tutto rigorosamente a mano… Subito carichiamo l’acqua fresca e poi ci spostiamo alla piazzola in un bel prato all’ombra di bei platani. Il campeggio è in riva al mare che dà sulle isole dei Morti in direzione di Brest. Il mare sembra un lago ma la marea non tradisce, è proprio mare!
Il campeggio è piccolo, abbastanza spartano ma i servizi e le docce sono belli. L’ambiente è molto rilassante e la riva del mare al tramonto è stupenda. Consiglio vivamente questo campeggio. Vista l’atmosfera ci concediamo un’altra cena al barbecue.

22 Agosto : Giro Pointe des Espagnols , Cap de la Chévre, Pointe du Raz, arrivo a Lorient

La giornata inizia con una tromba. Si avete letto bene: sentiamo l’adunata! Io ipotizzo che in zona ci sia una caserma ma tutti mi prendono per i fondelli, va beh, però qui l’unico che fatto il militare sono io. La giornata è bellissima. Dagli opuscoli presi in reception scopriamo che salendo per la piccola penisola a nord di qui (per girarla basta una mezzora sono circa 20km) si arriva alla Pointe du Espagnoles, il punto più a nord della penisola di Crozon. Qui ci sono delle antiche fortificazioni spagnole (si intravedono appena) rimesse in sesto dopo l’11 Settembre del 2001 per proteggere la baia di Brest.

Ci mettiamo perciò in marcia con calma soffermandoci ogni tanto per fotografare il bellissimo panorama con la bassa marea sulla costa a bordo strada. Ci fermiamo per alcune foto a Roscanvel, paesello che conduce alla punta degli Spagnoli. Qui c’è un parcheggio sterrato ma ci si accorge prima di arrivarci poiché c’è un passaggio pedonale pericolosissimo che attraversa la strada proprio dietro una curva: abbiamo rischiato di investire una comitiva di turisti diretti alla punta. Evitato il disastro, parcheggiamo e anche noi attraversiamo il famigerato passaggio facendo molta attenzione. Si arriva alla punta che una volta ospitava appunto le fortificazioni spagnole.

Si vedono altre fortificazioni sulla riva opposta, chiaramente a proteggere la baia, e in lontananza la cittadina di Brest. Proseguendo iniziamo la discesa verso sud incontrando fiori selvatici, erica, qualche cavallo che pascola. Ogni tanto ci fermiamo per raggiungere a piedi le scogliere ed ammirare il paesaggio sottostante che è meraviglioso: il mare cristallino è di un azzurro e verde intensi e la costa di roccia e prati di fiori incorniciano un panorama mozzafiato.

Penisola de la Pointe des espagnols

Penisola de la Pointe des espagnols

Abbiamo modo di vedere più nel dettaglio di alcune fortificazioni. Più avanti ci sono anche delle coltivazioni di ostriche. Scendendo ulteriormente ecco che arriviamo in cima ad un altopiano e che cosa troviamo? Una caserma! Ecco da dove arriva la tromba! Al bivio scegliamo di andare a sinistra di fatto evitando Camaret-sur-mer e riportandoci a Crozon. Da qui prendiamo la D255 che passa da Morgat (che ha una magnifica spiaggia) per giungere al Cap de la Chévre (Capo della Capra) che è la punta meridionale della penisola di Crozon. Anche qui la strada è bellissima : campi di erica, pini marittimi e vista sul mare. A bordo strada c’è pure modo di assaggiare qualche mora dolcissima. Non mi ripeto per descrivere la bellezza del mare.

Cap de la Chevre

Cap de la Chevre

Sul promontorio del capo ci sono un semaphore ed una stele a memoria dei caduti dell’Aviazione navale e da qui si vede molto bene la costa rocciosa a nord e anche, in lontananza a sud, la celeberrima Pointe du Raz. Ripartiamo ripercorrendo la D255 e poi a destra per costeggiare fino a Pointe du Raz; la strada è lunga (almeno un’ora e mezza senza soste) e il passaggio a Douarnenez reso complicato da un intrico di strade che scombussolano il gps. Ripresa la rotta grazie alle care vecchie cartine (ci siamo portati mappe dettagliate della Normandia e della Bretagna che si sono rivelate molto utili) arriviamo dopo panorami molto vari (mulini, pale eoliche) alla Punta du Raz.

Qui il parcheggio è a pagamento (6€ circa) ed è molto grande perché questo è uno dei posti più noti e turistici della Bretagna. Ci sono infatti numerosi negozi di souvenirs, bar, ristoranti e un centro informazioni. Per raggiungere il capo occorrono circa dieci minuti a piedi su un sentiero praticamente pianeggiante. Al termine troviamo un semaphore della Marina Militare, la statua di Nostra Signora dei Naufragi (Notre Dame des naufrages) e su un isolotto, a circa settecento metri dalla scogliera, il faro Ile de la Vieille.

Pointe du Raz

Pointe du Raz

Anche qui, seppur ci siano molti turisti, l’atmosfera è un po’ quella che si respira in posti come Capo Nord in Norvegia: ti sembra di essere arrivato ai confini del mondo. Meraviglioso. Sono ormai le 20 quando ritorniamo al camper, anche oggi esausti ma felici e dobbiamo ancora spostarci… Raggiungiamo la cittadina di Lorient (che non posso descrivere perché in pratica ci abbiamo solo dormito) che è ormai buio e anche qui, seppur essendo una cittadina di mare di notevole dimensione, facciamo non poca fatica per trovare un parcheggio, una piazza cittadina adibita a parcheggio gratuito fino al mezzogiorno successivo, in cui finalmente possiamo sostare.

23 Agosto : Josselin, arrivo a La Ferté-Bernard

La mattina si presenta soleggiata. Oggi dobbiamo muoverci abbastanza celermente perché da qui si ritorna verso Parigi. Da Lorient abbiamo deciso di seguire la strada più veloce (N24) verso Rennes, sfiorare Le Mans, arrivare a Chartes e poi nella capitale francese. Per oggi prevediamo di vedere Josselin, una bella cittadina con un castello medievale (Château Rohan) e poi ripartire arrivando più a est possibile, finchè non siamo stanchi. A Josselin giungiamo verso l’una.

Troviamo un parcheggio nei pressi di un parco e ovviamente ci fermiamo a pranzare. Rifocillati ci incamminiamo verso il centro storico che è caratteristico con le case a graticcio e muri in pietra. L’ingresso al castello è a pagamento (circa 8€ per castello e giardini, aggiungendo il museo si arriva ai 13€). Noi siamo già in ritardo sulla tabella di marcia per cui ci accontentiamo di girarci attorno e di fotografarlo dal lato più suggestivo che dà sul fiume L’Oust. E’ veramente una fortezza molto scenografica. Questo posto merita di essere visitato e, con più calma.

Castello di Josselin

Castello di Josselin

Ci rimettiamo in autostrada macinando chilometri. Una quarantina di km dopo Le Mans scegliamo un’uscita a caso e ci fermiamo in un paese di nome La Ferté-Bernard. Il paese non ha nulla di caratteristico ma c’è una zona con un laghetto e c’è un’area di sosta (non lontana dal campeggio comunale) che ci piace. E’ abbastanza appartata tra alcuni alberi e sembra una zona tranquilla. Il cielo si è coperto ma vogliamo farci l’ultimo barbecue per cui non ci scoraggiamo sperando che non piova.

Sulla strada attigua passano molte persone che si allenano o che vanno al laghetto. Mangiamo in tranquillità e poi ci prepariamo alla nostra solita partitella a carte mentre fuori diventa buio. In realtà poi siamo costretti a cambiare posto perché, per farla breve, alcuni ragazzi evidentemente sballati, dopo aver chiesto di accendere una sigaretta continuano a girare intorno al camper, danno una botta alla fiancata e si mettono a smontare uno scooter. Poiché non vogliamo andare a letto e magari trovare una sorpresa durante la notte (e non sappiamo quanti siano le persone là fuori) appena vediamo che si allontanano un po’, sbaracchiamo tutto (non vi dico il barbecue…) e ci fermiamo a dormire in un parcheggio del paese dove c’è un altro camper. La notte passa per fortuna tranquilla.

24 Agosto : Chartres, arrivo a Parigi.

Altra giornata grigia. Poco prima di mezzogiorno siamo a Chartes, famosa per la cattedrale gotica di Notre-Dame. Ci avviciniamo più possibile e troviamo parcheggio a fianco del fiume della cittadina, l’Eure. Dal parcheggio in pochi minuti arriviamo alla Cattedrale. Qualche foto all’esterno alle belle facciate e alle due torri diverse tra loro e poi entriamo.

Cattedrale di Chartres

Cattedrale di Chartres

I muri e le colonne sono in parte stati ridipinti di bianco e il contrasto con la parte non ancora trattata è davvero evidente. E’ una bella cattedrale ed è caratterizzata da un pavimento con un labirinto (spesso riprodotto sui souvenir) che rappresenta la via verso Dio e che andrebbe percorsa dai fedeli (cosa che in molti effettivamente fanno). Dopo la cattedrale che merita la visita, ci concediamo una passeggiata nel centro storico anche perché vorremmo comprare qualche souvenir. In giro ci sono risciò gratuiti a disposizione dei turisti che vengono condotti da alcuni studenti. Per i souvenir, abbiamo sbagliato a non prendere nulla a Mont St.Michel e qui, ovviamente non troviamo nulla della Normandia e della Bretagna perché siamo già in Ile de France. Ci viene in soccorso un bel negozio di dolci, se non altro!

Ci rimettiamo in marcia per Parigi mentre il cielo si fa minaccioso e difatti inizia a piovigginare. Arriviamo al campeggio più vicino all’Avis Caraway che è il “Bois de Bologne”, un campeggio urbano quasi al completo. Il campeggio è ben organizzato ed è usato soprattutto per turisti in visita a Parigi città. Sistemato il camper in una piazzola tra qualche tenda di troppo iniziamo a pulire il camper e, Fantozzi insegna, inizia a piovere… Vi risparmio le vicissitudini pratiche… Alla fine doccia e cena per tutti e ci apprestiamo all’ultima notte in Francia. Tutto bene fino alle 4 quando inizia a sentirsi una musica a palla che ogni tanto si spegne e poi riparte daccapo. Una notte da incubo.

25 Agosto : Riconsegna del camper e partenza per l’Italia

Al mattino (ha smesso di piovere) crediamo di aver individuato i responsabili: alcuni ragazzi ubriachi (dormono sdraiati sulla terra senza la tenda con numerose bottiglie vuote di birra) devono aver fatto baldoria. Mi piacerebbe tanto svegliarli per ricambiare la nottata insonne ma prevale il senso di civiltà. Comunque questo campeggio, dopo quelli visti in giro per la Normandia e la Bretagna, vale giusto per un transito rapido: è caro e c’è troppo rumore.

Abbiamo appuntamento all’Avis alle 8.30 (per via dei voli). Arriviamo e ovviamente è chiuso e dobbiamo aspettare un quarto d’ora che qualcuno si faccia vivo. Come ho scritto all’inizio il comportamento dell’incaricato alla consegna è stato quantomeno “antipatico” ed arrogante. Onestamente mi spiace perché il camper (vizi a parte non dichiarati al check-in) è bello. In sostanza comunque vi sconsiglio di noleggiare un camper da questi “signori”. Arrivato il taxi il viaggio verso Orly scorre senza problemi e il taxista, come dicevo, ha fermato addirittura il tassametro prima di arrivare perché c’era coda.

Concludendo: Normandia e Bretagna sono due regioni davvero molto belle. Il mio consiglio dopo questa (breve) esperienza è di dedicare più tempo rispetto a quello che abbiamo fatto noi. Credo che ogni regione (Normandia, Bretagna e Loira) meriterebbe almeno due settime di vacanza per essere goduta al meglio. Vedere tutto – o anche scartando alcune mete come abbiamo fatto noi – è, seppur interessante e bello, forse un po’ superficiale e soprattutto stancante. In generale quindi organizzate per bene il viaggio prima di partire e scegliete – più o meno- da subito cosa vedere e cosa scremare.

Scarica pdf con i costi del viaggio in Normandia e Bretagna

 
Francia

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Link esterni:
Tourisme en France

 

13 pensiero su “Francia”
  1. Bellissimo viaggio in Corsica!!
    QuEST’ANNO sarò anche io all’Olmuccio Club a PORTO VECCHIO!Sai dirmi com’è la struttura??
    E spiagge poco conosciute, sai consigliarmene altre ancora?
    GRAZIE
    MARA

  2. Ciao,
    L’Olmuccio ha una sorta di bungalow a pianterreno collegati tra loro, carini e discreti, con giardino raggiungibile dalla portafinestra della stanza e sdraio.
    Il ristorante è ottimo, ti consiglio le cozze!
    Noi in pratica ci stavamo solo per dormire e per colazione e cena, e non ci si siamo trovati male, anzi. Quando uscite chiudete le persiane, a dei ragazzi sono entrati dalla porta finestra perchè l’avevano solo socchiusa.
    Le spiagge sono quelle di cui sopra: io ti consiglio Fautea (10 minuti in auto più a nord dell’Olmuccio), non pienissima e davvero bella. Poco conosciute direi che non ne esistono 🙂 Evita nei week-end e partendo prestissimo se non vuoi trovarti nel traffico e in spiagge affollatissime come Santa Giulia, Palombaggia e Rondinara (stupende ma ultra-assaltate).
    Tra l’altro dall’Olmuccio devi passare di fianco a Porto Vecchio e se vai negli orari di punta trovi code infinite…
    Dall’Olmuccio puoi andare in spiaggia vicino allo stagno (circa 10 minuti a piedi), la spiaggia è lunghissima ma io ho sempre trovato onde molto grosse lì.
    Poi dipende quanto vi volete spostare in macchina…
    Fammi sapere poi come ti sei trovata, vai ad Agosto?
    Ciao
    J

  3. Si andiamo gli ultimi dieci giorni d’agosto!Terrò le più belle spiagge per gli ultimi giori in modo che si sia smaltita un pò di gente caso mai.
    Grazie dei tuoi consigli, mi hai reso felice a quanto pare è tutto positivo!!grazie mille!!

  4. Visto il periodo in cui vai allora forse non avrai grossi problemi di affollamento, di solito c’è tanta gente fino a 4-5 giorni dopo Ferragosto, il periodo è ottimo quindi!
    Buon divertimento, ciao
    J

  5. Sai dirmi in auto quanto ci si impiega dall’Olmuccio ad arrivare a Santa Manza?
    Capo sperone non l’hai visto?
    e Capo Bianco?

  6. Ciao, a Santa Manza circa 1h senza traffico, anche se non mi ha colpito particolarmente..così a memoria!
    Le altre due località no, non l eho viste, dove sono?
    Ciao
    J
    ps: sulla strada dall’Olmuccio che porta sulal statale c’è una stradina che ti porta al lato “nascosto” di Pinarello e ad una spiaggia che mi piacque molto. Non devi arrivare da Pinarello ma dalla parte “dietro” (Più a nord di Pinarello).

  7. Praticamente in linea d’aria, Capo bianco a Nord di Santa Manza e Capo sperone a Sud, credo sia l’ultima spiaggia prima di Bonifacio, credo, comunque è davanti all’isola di Piana.
    la stradina per arrivare a questa parte “nascosta”andando verso la statale la trovo sulla mia sinistra deduco?c’è qualche indicazione??

  8. ciao, si la stradina nascosta è sulla sinistra (ma non è nascosta…) diciamo che è meno sfruttata. Ricordo male ma ti porta ad una strada che arriva proprio sul mare. Forse (non ci giurerei, devi seguire le indicazioni per Vardiola…memoria colabrodo 🙂
    Bonifacio è davvero bellissima. Come tutte le spiagge a sud, quando andrai tu probabilmente non troverai casino per cui vai di sicuro alle varie Palombaggia, Rondinara, Santa Giulia. E Roccapina sul lato sud della Corsica è notevole, un po’ tortuosa la stada a scendere, ma ne vale la pena!
    Ciao

  9. Ciao Mara,
    guarda non so che dire… io l’ho trovato abbastanza spartano ma questo è l’unico “difetto” che posso attribuire alla struttura. Certo la spiaggia non è vicinissima, ci devi arrivare atrtraverso un boschetto ecc…ma il mare in Corsica è “da girare”…spostati in macchina o moto e vedrai che spiagge! Se cerchi l’hotel con spiaggia davanti allora l’Olmuccio non c’entra nulla…
    Per quanto riguarda sporco, muffa e topi direi proprio di no! (io odio i topi, pure quelli microscopici!)… Le stanze (erano 2) erano pulite, e si mangiava molto bene (ho avuto anche bis di cozze senza sovrapprezzo!). Forse alla reception sono un po’ scontrosi (ma è normale in Corsica ^__^) ed è vero che aprono alle 17, noi col traghetto siamo arrivati alle 15 a Bastia e alle 17.30 all’Olmuccio quindi…
    Non so se esiste differenza tra Thalassa e Olmuccio, noi l’avevamo trovata (se non ricordo male) dal sito (www.olmuccio.com la parte come hotel, non le villas o studio) e non da catalogo quindi non ne ho idea…
    Personalmente ( e anche alla mia compagna e all’altra coppia è piaciuto) e ci tornerei. Prova a chiedere nel forum se erano le villas o studios invece che l’hotel quelle delle “pessime” esperienze.
    Ciao
    J

  10. GRAZIE MILLE, MI rincuori sempre!!Mi preoccupava proprio il discorso dei topi, dell’odore di muffa e altri dicevano che per arrivare alla spiaggia devi attraversare una sorta di palude…ci sarà un passagggio credo no?mica ti fanno entrare nella melma!
    Secondo me alcune persone esagerano…
    Comunque x quanto riguarda la spiaggia non è un problema perchè ci staremo penso solo il 1° giorno poi le gireremo tutte, siamo abituati così da sempre,anche in Sardegna, non si poteva stare fermi…ma come fai CON QUELLE BELLEZZE??!!!

    L’unica cosa è l’arrivo…a saperlo prenotavo la nave un pò più tardi e non alle 8 di mattina che significa partire da casa almeno alle 4.30 di notte :-O !!!!!
    grazie dei molteplici consigli ,anche alla tua compagna!
    ciao ciao

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