Grecia [1992-2004]
Atene
Iraklion [Creta]
Agias Nikolaus [Creta]
Sitia [Creta]
Kato Zakros [Creta]
Ierapetra [Creta]
Kos[2004]
La Grecia è un paese ortodosso per cui se ci volete andare attenetevi agli usi e costumi del luogo (già sentito?). La lingua principale è il greco (ma davvero?), ma se parlate inglese (almeno nelle città maggiori) vi capiscono. La moneta ufficiale è ora l’Euro (prima era la Dracma). Il clima estivo è secco e ventilato e la temperatura piuttosto elevata. Vasellame e bigiotteria souvenir classici della Grecia.
Atene
Nel 1992 si ebbe la grande idea di partire per Creta passando per Atene con un viaggio aereo + traghetto. Non parlerò dell’arrivo nella capitale greca perchè ci fermammo giusto il tempo di imbarcarci al Pireo per l’isola di Creta. Parto in realtà dalla fine del viaggio, cioè da quando tornammo da Creta (15 ore di traghetto su tutte quelle cavolo di isolette mentre una congiuntivite mi obbligava sul ponte ad occhi chiusi). Eravamo in 6 persone, 3 coppie. A Creta avevamo prenotato (a scatola chiusa) l’albergo di Atene per 2 giorni, cioè fino alla ripartenza per Malpensa. L’albergo era paragonabile ai nostri Hotel di Piazza Aspromonte (quelli che la stella se la meritano solo per pietà…) e cioè frequentati per lo più da signorine che lavorano per le strade e in camera… La mia (camera) si affacciava su una terrazza che fungeva da locale pattumiera, per cui, alle 3 di notte, pensai che fossero gatti quelli che correvano di qua e di là appena sotto il davanzale… mi sbagliavo solo di una consonante: non g-atti ma r-atti! Fummo costretti a dormire con le finestre chiuse a temperatura sauna. Per non parlare deglii scarafaggi (rossi) grandi come un telecomando tv…
Scarafaggi: di questo argomento ne parlò espressamente sulla pagina di Agadir (Marocco). A parte questo inconveniente “logistico”, Atene è una città piuttosto sporca, a dispetto dell’elevata presenza di turisti. L’unica parte (a mio avviso) interessante è ovviamente quella storica, che nel nostro piccolo itinerario ateniese è rappresentata dal Partenone sull’Acropoli. Se ci volete andare (anche perchè ha deluso le aspettative della fama che si porta appresso) preoccupatevi di portare litri e litri di acqua e di mettervi creme solari con protezioni anti-ustione (chessò… 50/60 dovrebbe poter bastare).Un luogo tipico di Atene che ricordo è anche McDonald’s… No, a parte tutto, si mangia bene e ci sono localini su scalinate davvero molto pittoresche.
Iraklion o Eraklio oppure Eraklion
Iraklion è il porto principale di Creta, e (secondo me) come tutte le città di porto è brutta (non me ne vogliano gli abitanti sul mare)… L’unica particolarità di questa “ridente” (st-ridente sarebbe giusto dire) cittadella è che sorge vicino alla bella Knossos. Knossos è l’antica culla della civiltà cretese : qui si possono ammirare il famoso Palazzo e l’affresco restaurato del Principe dei Gigli, nonché i famosi delfini azzurri che ora possiamo anche ammirare su qualche schiena tatuata. Anche a Knossos antica la temperatura è pazzesca, per cui conviene andarci al mattino presto (ovviamente noi la visitammo nel momento peggiore, quando potevamo friggere un uovo sulla testa). Iraklion mi rammenta anche un disguido a proposito del traghetto di ritorno per Atene. Ci presentammo alle 00.05 per imbarcarci, ma il traghetto era partito esattamente 24 ore prima… è un po’ l’errore che ripetutamente facciamo quando parcheggiamo l’auto nel giorno di lavaggio strade a mezzanotte e calcoliamo male il giorno. Una multa non ce la leva nessuno, vero? Tornando al disguido del traghetto…fummo costretti a tornare all’albergo dove ormai rimaneva libera solo una stanza. Dormimmo in 6 su un letto matrimoniale agganciato ad una branda. Io dormii bene… (Anche in Sardegna dormimmo in 4 in macchina e dormii bene, probabilmente mi adeguo…)
Agias Nikolaus o Agios Nickolaus o…boh
A.N. (non è il partito) di primo acchito sembra tranquilla… di sera invece diventa quello che definii “la Rimini dell’Egeo”. Se cercate la Grecia delle isolette con casupole bianche, porte blu, cicale e feta (il formaggio salato quanto buono), non andateci. Qui mangiammo anche la Moussaka, una sorta di stufato molto saporita e del pesce che mi procurò un bel mal di stomaco…
Faccio un passo indietro: il benvenuto all’albergo fu incoraggiante: il proprietario ci offrì da bere ma il cameriere ne combinò una delle sue inciampando. Ancora oggi i jeans di mio fratello sanno di birra, coca-cola e fanta…ed io ho ancora sete. Un problema ad AN fu che avevamo prenotato per ben 10 gg. ed invece non vedevamo l’ora di andarcene. Trovammo una scusa e ci spostammo dopo due o tre giorni a Sitia… (anche il mare ad An non è un granchè, tra l’altro…)
Sitia (con l’accento sulla 2a I)
Devo dire che Sitia non mi ha lasciato ricordi particolari. L’unica immagine stampata nella memoria è la via principale che sembra Gatteo a Mare (o Cattolica, Cervia o ……… riempite i puntini con una qualsiasi città balneare della Romagna). Mi raccomando: non dite mai ad un Sitiano che la loro città si chiama Sitia (detto con l’accento come in Siria). Si inca**ano di brutto. Si dice “Sitìa”che fa rima con “ok, me ne vado via”…
Kato Zakros (e spiaggia di Ambelos)
Questo villaggio collinare e la sua marina che si chiama Ambelos sono quello che io associo alla Grecia che noi italiani ci aspettiamo (mare, spiaggia, sole) e a parte essere chiamati ovunque “mafiosi” e sentirci dire sempre “italiani-greci stessa razza-stessa fazza” non è affatto male. Kato Zakros (o Zakro) è un paesino in cui capitammo per caso. Non è (non era, ora non so) turistico e infatti avemmo qualche difficoltà a farci capire (parlano bene solo il greco, o qualche dialetto cretese…). Noi bene o male ce la cavavamo oltre che in “itagliano” anche in inglese ed in francese (all’occorrenza anche col danese, il russo, lo spagnolo,il milanese ed il pugliese). In questo ameno (non sono sarcastico, è vero!) paesello c’ è questo alberghetto dove il figlio del proprietario è l’unico a parlare (con i verbi all’infinito) un minimo di inglese. C’era,come al solito, un problema. 1) Doveva avere una placca nel cervello poichè sembrava telecomandato a distanza… si dondolava da un piede all’altro in continuazione… da qui il soprannome “Automan”. 2) Il suo benvenuto alla reception fu un sensazionale e rumoroso rutto (ho ancora i colpi di sole). Da cui il secondo epiteto “Ruttoman”.
Auto-ruttoman era anche l’autista di un furgoncino senza qualche pezzo sul pavimento (giuro che vedevo la strada battuta che ci passava sotto i piedi!) incaricato di portarci e riprenderci alla spiaggia di Ambelos. Qui, finalmente, il mare è esattamente quello che ti aspetti dalla Grecia. Kato Zakro(s) con tutti i suoi limiti (ignoranza, diffidenza verso stranieri, arretratezza) è comunque il posto che rammento con ineguagliabile malinconia di questa vacanza. Viva Kato! Momenti clou a Kato furono: a) Inseguimento di scarafaggi nella stanza (urla femminili in abbondanza). b) Un mio spavento mentre stavo sulla tazza poichè un geco inatteso saltò fuori dal rotolo di carta igienica.
Ierapetra (accento sulla prima A)
Ieràpetra ha una spiaggia bella ed una spiaggia schifosa. Si tratta di andare dalla parte giusta. Ovviamente noi cannammo alla grande. In questa città noleggiammo degli scooter. Qui conoscemmo anche un ragazzo milanese (nome dimenticato) con ragazza tedesca (Nicole) che si aggregarono al nostro gruppo. In Vespa girammo un bel pò, veramente un gran divertimento. Vittorio ha anche una diapo in cui sembro un gran fico (impolverato, occhiali a specchio sembro Renegade… seeee…). Il ragazzo di Nicole aveva grossi problemi dermatologici e se ne andava in giro (anche in Vespa) imbacuccato all’araba con un lenzuolone bianco che lasciava visibili solo gli occhi… la ragazza invece appena arrivava in spiaggia si metteva in topless… Differenze etniche… Un giorno, verso mezzogiorno, gironzolando quà e là con le nostre motorette arrivammo in un paesino collinare (questo sì che aveva le casupole bianche con le porte colorate, le cicale di sottofondo ecc…).
Sostammo a mangiare in una specie di trattoria dove ordinammo prosciutto e melone bianco. Probabilmente il cameriere aveva seminato il melone al momento dell’ordinazione poichè aspettammo un’infinità di tempo… Oltretutto questo signore aveva almeno 160 anni (forse di più), per cui si muoveva a rallentatore. Dal bancone al tavolo ci mise esattamente il tempo in cui io smontai e rimontai la Vespa, sostituii il rullino alla macchina fotografica, lessi i primi tre capitoli di “It” (in greco antico) e scattai qualcosa come 600/700 foto di case, vicoli, cespugli… Dopo le varie peregrinazioni motoristiche tornammo ad Iraklion (dove ho già dato) e poi ad Atene (idem) infine a casa. Che dire di più… Certo noi abbiamo visto solo Creta (in parte, in quanto ci siamo persi Retimno che a detta di molti è bella) e nessun’altra delle miriadi di isole dell’Egeo… quindi non posso dire che la Grecia sia tutta così… Cosa aspettarsi dalla Grecia: tutti i luoghi comuni ma anche qualche sorpresa, qualche delusione, caldo – tanto caldo, mare e ottimo cibo. Cos aevitare di aspettarsi: la Grecia Antica, o comunque il rispetto di quello che fu la Grecia pre-Cristiana…
Kos 2004
Vacanze di nuovo in Grecia! Era un po’ che ci volevo tornare…dopo Creta, a distanza di una dozzina d’anni, scegliamo come meta la piccola isola di Kos, patria di Ippocrate ed di un pittore a nome Apelle (oltre che per essere figlio d’Apollo che fece una palla di pelle di pollo…). All’Agenzia di viaggi chiediamo un’isola tranquilla, con qualche divertimento che abbia l’aeroporto e in cui non si possano incrociare bergamaschi ^__^! Troviamo che Kos possa andar bene, è piccola a sufficienza per poterla girare in scooter, non molto battuta dal turismo di massa in stile Mikonos e a sole due ore e mezza da Milano via aereo. Peccato che non ci siano voli disponibili da Malpensa e che siam costretti a partire da Brescia Montichiari (tra l’altro si doveva partire da Verona, quindi meglio non lamentarsi)! A Kos abbiamo (ho) scelto l’Hotel Nina Beach di Marmari per due motivi: il costo e la spiaggia (mai vista durante le due settimane di permanenza!)
L’isola di Kos è piuttosto stretta e lunga (circa 10km per 50Km) e fa parte delle innumerevoli isole del Dodecanneso. Il lato nord dell’isola è ventoso, dà sulle isole di Kalimnos, Pserimos e la cittadella di Kos offre le sponde alla Turchia. Il lato sud è più vario e quello più bello dal punto di vista delle spiagge. Non tutta la costa meridionale è praticabile poichè su questo versante c’è una catena rocciosa che scende fino al mare. L’isola è d’origine vulcanica e si sente 🙂
E dopo tutte queste informazioni pseudo-geografico/scientifiche passiamo alle cose serie!
Il volo Brescia-Kos dura meno del previsto: 2 ore pulite con un risparmio di mezz’ora. L’aeroporto d’arrivo ha una sola pista ma è uno scalo discreto. In bus veniamo trasferiti verso il nostro hotel lasciando man mano per strada i vari personaggi che alloggiano in altre strutture: per fortuna scaricano il mio “simpatico” vicino di posto sull’aereo – uno che non saluta o ride nemmeno sotto tortura ed è pure maleducato – ed un vecchietto che facendo il finto tonto supera bellamente qualsiasi coda…
Il vecchietto soprannominato Nino Beach scende prima di noi: già “sento” che sarà una bella vacanza! Al Nina scendono un bel po’ di coppie di ragazzi, cosa che mi solleva visto che pensavo di ritrovarmi con allegre famigliole tedesche, pensionati, cani e orde di bambini! La nostra camera (414) è posta leggermente sotto il livello del terreno e non ha finestra! Cioè: in realtà la porta ha un’anta con zanzariera a vetro che funge da finestra…
Il primo impatto con la nostra stanzetta non è quindi dei migliori, poi invece scopriremo che tale posizione ha i suoi vantaggi: il sole ci batte soltanto al tramonto e quindi è fresca, mentre la gente ai piani superiori schianta dal caldo… Discorso a parte per l’aria condizionata: il nostro apparecchio esterno suona come un bimotore della Seconda Guerra Mondiale, come ci fanno notare i nostri vicini di stanza bolognesi (Luca, Barbara ed il loro figlioletto, un metro e novanta, Mattia). Dopo aver richiesto alla Reception di venir a sistemare l’apparecchio (tale nome si addice a proposito) siamo costretti a tenerlo sempre spento, ma per fortuna non ne abbiamo mai avuto davvero necessità. Per la cronaca ce lo riparano a due giorni dalla partenza…
L’altra amara sorpresa in Hotel riguarda la cena. Il buffet è misero e poco vario: due primi , un secondo, le solite verdure, mai pesce(!), come frutta solo anguria o melone e come dolce gelatina o creme-caramel in dosi minime: si è rischiati il record olimpico sui 10mt nel tentativo di accaparrarsi almeno un trancio di dolce tra gli otto disponibili per 100 persone!A parte questi due inconvenienti non ci possiamo lamentare della pulizia o di altro (forse solo il prezzo di un espresso che viene venduto a 2 Euro! Record a Kos con 5 Euro a tazzina!)
E’ buio ma vogliamo andare a vedere la spiaggia di Marmari (che a piedi significa circa una decina di minuti).Forse avrà mareggiato al largo ma la spiaggia è cosparsa di alghe…ahia, mi dico. Qui urge spostarsi subito e cercare qualcosa di meglio! Per fortuna ho già a disposizione la mappa del posto, eh eh eh.
Il mattino successivo andiamo a noleggiare uno scooter poiché in albergo immagino che prezzi per motorini ed escursioni siano gonfiati(come poi si dimostra!). Uno scooter Honda da 80cc (targato Tzn 1492 – un po’ una piccola scoperta insomma) viene 8,75 Euro al giorno, lo noleggiamo fino a fine vacanza. Per fortuna il pieno (circa 5 litri) dura parecchio e non c’è problema di rifornimento, l’isola è costellata da benzinai sulla strada principale che attraversa longitudinalmente Kos.
Prima tappa: comprare un ombrellone! Il primo giorno lo passiamo sulla spiaggia di Tigaki, che dista davvero poco da Marmari, circa 3-4 km. La spiaggia è lunghissima e non molto larga, il mare è bello anche se il fondale sabbioso è un po’ monotono e ci sono pochi pesci (per la gioia di Silvia!).
La prima cosa che notiamo è la scarsità di gente. Nessun problema a trovare spazi liberi, anzi!Anche le spiagge attrezzate con ombrelloni e lettini sono praticamente vuote: mah! Forse si riempiranno con il passare delle ore, certo che questa e la prossima sono le due settimane di maggior affluenza dell’estate, eppure…
Dietro il lungomare (che è semplicemente una strada) mangiamo i souvlaki di maiale all’ombra di un bel ristorantino (qui si chiamano tutte Taverne) districandomi con le poche parole di greco che ricordo: kalimera, mia fiali metalliko nero e parakalo… Dopo il pranzetto, prima di tornare in riva facciamo un giro d’ispezione con lo scooter dopo che la ragazza del noleggio ci ha consigliato di andare a vedere in collina( in un posto che si chiama Zia) il tramonto. Noi ci andiamo alle due di pomeriggio per imparare la strada tutta tornanti e per capire di che posto si tratti. Molto carino e tipico, tutti localini con terrazza e negozietti di souvenirs. Proprio carino, ci torneremo!
Il 9 scegliamo come meta Kardàmena (che si trova dalla parte opposta dell’isola). In una mezz’oretta ci arriviamo. La giornata è ventosa (come molto spesso lo è da queste parti). Non se ne parla di montare l’ombrellone, volerebbe via o si spaccherebbe. Ci mettiamo a lato di una spiaggia con ombrelloni e lettini a pagamento, ed appena mi ci siedo all’ombra, compare il personaggio con scooter a quattro ruote che mi comunica il costo: se voglio i due lettini oltre l’ombrellone sono 6 Euro.
Per oggi, visto che è gia quasi ora di pranzo, mi accontento di un lettino! Il mare è bello anche qui, la spiaggia piuttosto selvaggia, non molto larga ed estesa, di sabbia. Pochissima gente, tra l’altro. A mezzogiorno mangiamo, in una specie di club con piscina, una discreta insalata greca ed una al tonno. Fa molto caldo e quindi decidiamo di fare una piccola escursione alla Fortezza di Antimachia, un posto che avevamo indicato su un cartello lungo la strada. Il posto è semi-deserto e il sole a picco non aiuta nell’esplorazione.
Non mancano comunque suggestivi scorci sul mare degni di foto. Una cosa che notiamo è l’innumerevole presenza di caserme sull’isola, forse per la vicinanza con la Turchia.
A cena conosciamo Paolo e “la” Vanessa grazie ai “3 bolognesi” della stanza accanto. I due ragazzi sono toscani e come sottolinea Paolo,sono di Pisa…guai a parlare di Livorno o di livornesi! Ci parlano molto bene di Paradise Beach (spiaggia a me nota ma che volevo riservarmi un po’ come il dolce)…Forse domani ci andremo, chissà.
Dopo cena andiamo a fare un giretto su per Zia e lungo la strada assistiamo nell’unico locale pieno di turisti (la Taverna Fantasia) ad un tipico sirtaki. Zia di sera è suggestiva ma anche qui scarseggia la presenza di turisti (per fortuna!). Certo che, ci domandiamo, come facciano a vivere tutti questi ristoranti se sono praticamente disertati.
In direzione Kefalos si incontrano sulla sinistra vari cartelli che indicano altrettante spiagge: Polemi (o Magic), Markos (o Banana), Paradise e Camel e poi Agios Stefanos. Scendiamo in scooter alla Paradise, dopo un’ispezione in scooter noto soprattutto che è ben attrezzata sia per la spiaggia che per il mare (canoe, banana, pedalò…). Non c’è moltissima gente ma la parte di spiaggia libera non mi esalta. Risaliamo e proviamo la strada che porta giù a Camel Beach. Dall’alto ove c’è la taverna per il pranzo, la vista è davvero mozzafiato: mare cristallino, spiaggia piccola di sabbia bianca e rocce con scogli! L’unico limite di Camel è la discesa di terra battuta davvero ripida. In salita la si fa da soli, in due non ci si riesce.
Scendendo in spiaggia (anche qui a pagamento) e spostandosi attraversando la collina di roccia che declina verso il mare si entra in una piccola spiaggia (libera) davvero bellissima. Tra l’altro, al solito, poca gente. Chi t’incontriamo? Il Paolo e La Vanessa (gli articoli li mettiamo perché ci pigliano in giro! Noi da buoni lombardi chiamiamo le persone con l’articolo… però anche loro hanno di quelle terminologie!). Dopo un po’ spuntano anche i bolognesi che sprovvisti di ombrellone sono rimasti nella spiaggia a destra. Qui il mare finalmente è vario: si vede qualche spigola, una sogliola, i ricci ed anche gli anemoni. Proprio bellissimo! L’unica fatica a pranzo consiste nel farsi una scarpinata (dieci minuti) sotto il sole in mezzo alla polvere… Per fortuna l’insalata di tonno è proprio buona e la vista merita!
Oltre Camel c’è la spiaggia con chiesetta (i ruderi) di Agios Stefanos (Santo Stefano). Qui c’è anche il Club Med e un po’ di strutture marine per i villeggianti (wind-surf, catamarani). La spiaggia è bella, molto ventosa (Paolo ci compra le corde per ancorare l’ombrellone a dei pietroni) e l’acqua è ghiacciata! Peccato perché il posto è bello, c’è un’isoletta con una chiesetta col tetto azzurro (ci hanno preso in giro tutta la vacanza perché andavamo in giro a far foto alle chiesette!) . Una “cretina” ci obbliga a spostarci perché (in inglese) dice che facciamo chiasso e che la spiaggia è privata… e come dice Galeazzi:- “Mavaffan****!”.
Non che bisogni urlare o altro ma è una spiaggia, mica un monastero e che cribbio! Tra l’altro, alla sera andando via, vediamo che davanti al suo lettino c’è un vero e proprio accampamento di gente che non paga l’ombrellone… Contenta lei… a noi basta star in pace!
In spiaggia ci fanno compagnia anche Christian e Sara, una coppia di bergamaschi davvero simpatica (lui beve parecchio – è un ex-alpino – , è atalantino ma a parte questo… eh eh eh, scherzo Chris eh, mi consenta…). Sara tenta il record per l’abbronzatura più nera dell’anno e difatti di sera se la vedi nel buio è un miracolo!
Alla sera stiamo al bar dell’albergo (dove un caffè costa 2 euro!) a far quattro chiacchiere mentre la Juve pareggia 2 a 2 nell’anticipo per la Champions League…
Grazie alla guida di Luca che con la sua Atos a noleggio ci precede, andiamo a Limnionas, sulla costa nord-ovest dell’isola. La spiaggia è piccola ma ben attrezzata. Il signore, un vecchietto proprio simpatico che parla benissimo l’italiano ci dice al solito che sono 6 euro… vaaaaa bene! La piccola baia con porticciolo chiuso da frangiflutti è davvero bella, il mare oltre gli scogli è molto mosso ed impraticabile e pur essendoci un fondale piuttosto morto (le alghe ristagnano sul fondo e l’acqua puzza un po’) riesco a vedere spigole e anche qualche bel tonno. Appena sopra la spiaggia c’è un bel ristorante dove facciamo una bella scorpacciata di pesce! (La migliore)
Il 13 Agosto si va verso le Terme che si trovano dalla parta opposta (a sud-est dopo Agios Fokas). Nel sbagliare strada (scorciatoie a rischio…) incontriamo però una bella chiesetta (ah ah ah) ed anche un mulino. Le terme si trovano in fondo ad un promontorio che scende verso una strada sterrata dove i proprietari di un chiosco-bar ti dicono di scendere a piedi (dopo si capisce il perché). La spiaggia all’inizio è un po’ una delusione poiché e di sassi (infatti è sormontata da rocce scoscese dove brucano caprette e macchine penzolano nel vuoto!).
Più avanti, dopo aver sistemato teli e zaini su lettini a pagamento (sfido chi vorrebbe sdraiarsi sulla ghiaia) c’è questa pozza d’acqua in mare del diametro di circa 7-8 metri, circondata da scogli, con acqua solforosa di origine vulcanica a temperatura variabile tra i 15 e i 60°centigradi! L’isola è d’origine vulcanica e si sente. E’ davvero rilassante sedersi in questa “piscina” naturale e crogiolarsi magari evitando di avvicinarsi troppo alla fonte verso le rocce perché c’è da ustionarsi e scivolare in mare aperto per gustarsi la differenza di temperatura! L’acqua è scivolosa e c’è chi teorizza una maggior gravità : i sassi affondano prima dice Christian Archimede da Bergamo! 🙂
Dopo il bagnetto termale rivalutiamo il posto in cui torneremo verso la fine della vacanza. Risaliamo a piedi fino al chiosco dove ( i furboni) sanno che abbiamo bisogno di bere. Io gioco con un agnellino mentre Christian si fa mettere letteralmente in testa un pappagallo che decide di… fare i propri bisogni (non prima che io gliel’abbia tirata di sfiga…)!Ho un piccolo segreto(!) da rivelare.
Riprendo dopo molti mesi a scrivere questa narrazione per cui molti ricordi si sono purtroppo affievoliti e per forza di cose sono costretto a riassumere un po’ di più rispetto a prima…
Il 14 di Agosto andiamo alla Polemi Beach, una spiaggia praticamente infinita e deserta come la maggior parte su quest’isola. Le particolarità di questa spiaggia sono due: la prima è che viene continuamente spazzata dal vento, la seconda è che per entrare in acqua bisogna superare una specie di collinetta lungo tutto il lungomare. Il bello di questa “dorsale” è che standoci sotto si possono fare buche e tentare di scavare canali per farci entrare l’acqua (ok, lo so, non ho 5 anni!).
A Ferragosto il tempo per la prima volta sembra far presagire pioggia per cui si decide di provare una nuova meta più vicina ( Mastihari), posto che osserviamo restando in sella agli scooter, non ci piace proprio! Nel tornare qualche foto a chiesette (eh eh eh) e poi di nuovo all’amata Camel, che è un po’ umida oggi… A questo punto Silvia ed io decidiamo di tornare prima del solito nel pomeriggio per fare un giro a Kos e a Zipari. Zipari è sulla strada che porta dall’hotel a Kos e c’è una Chiesa davvero molto bella. Appena prima di Kos svoltiamo a destra per andare a visitare l’Asklepio(n) e un mulino e poi al luogo dell’epoca di Ippocrate in cui si possono osservare i resti di quello che era l’antico ospedale. Molto bello ed oltretutto ad ingresso gratuito!Il 16 è il giorno di Helona, una spiaggia sempre nel sud dell’isola, di non facile raggiungimento (alcuni punti di strada bianca in scooter sono abbastanza rischiosi). Anche qui la spiaggia ricorda Polemi, c’è pure un villaggio turistico per tedeschi e scuole di windsurf. Qui ho raccolto vari tipi di sabbia (bianca, nera, rosa e normale)…
Il 17 abbiamo prenotato la gita in barca “Odissea” (23 Euro al porto contro i 45 che chiedevano in albergo, Occhio!!!) per il giro delle isole di Kalimnos, Plati e Pserimos. Il viaggio è piacevole anche se bisogna cercare di accaparrarsi posti all’ombra!
Il primo sbarco è a Kalimnos, nella piccola zona portuale molto carina. Qui vendono spugne naturali e poi si può fare pure “i deficienti” tuffandosi dal molo… cosa che ovviamente non abbiamo potuto evitare di fare!
Ripreso il largo si arriva a Plati, in una spiaggia un po’ sassosa e disabitata (mi ricorda tantissimo la spiaggia rosa di Budelli in Sardegna). Qui il mare è SPETTACOLARE!!! Qualche foto di rito e un bel giro sguazzando nell’acqua limpida.
A pranzo sulla barca ci servono insalata e ottimo souvlaki (gli spiedini)…
Sbarchiamo poi a Pserimos che oltre alla particolarità delle casette tutte “greche (bianche e azzurre come la bandiera ellenica) mi pare un po’ più viva e di conseguenza turistica. Ci fermiamo sulla spiaggia e si fa un bagno anche qui.
Si ritorna verso il tramonto al porto di Kos, una giornata faticosa ma molto divertente ed interessante!
Il 18, un po’ stanchi dalla giornata precedente, torniamo a Polemi, ci facciamo un bel pranzetto ai calamari ma il pomeriggio è davvero ventosissimo, la sabbia da’ molto fastidio pur creando barriere architettoniche degne di Calatrava! Silvia ed io ci mettiamo in viaggio e in zona dell’hotel , ci inerpichiamo con lo scooter verso Pili, dove ci dovrebbero essere una fortezza ed un monastero. Arrivati a dove si può proseguire solo a piedi scorgiamo in alto il castello (non visitabile) e sul sentiero (abbastanza ripido, ma almeno tutto all’ombra) troviamo il Monastero. Bello, anche se lasciato un po’ al proprio destino… Siamo cotti! E’ ora di tornare in albergo!
Il 19, essendo agli sgoccioli, torniamo, dopo una mezza giornata passata di nuovo alla terme, a Kos per la visita al platano di Ippocrate (in realtà è il posto in cui stava un platano all’epoca ed ora ce ne è uno che ha circa 500 anni) e della città…Kos mescola l’antico al moderno con i tipici contrasti delle cittadine che hanno avuto un passato storico ed un presente turistico, ma è comunque una bella cittadina. C’è un castello, alcune rovine, una bella piazza (l’Agorà) e le vie “notturne” con tanti locali tipo i chiringuitos di Ibiza.
L’ultimo giorno lo passiamo nuovamente nella nota Paradise Beach a farci auto.scatti e a sentire già l’alito del rientro a casa… Alla sera concludiamo la vacanza al bar dell’albergo dove alcuni hanno la bella pensata del bagno in mutande in piscina (dopo qualche bicchiere di troppo!).. Ne sa qualcosa Pietro (eh ehe)…
Concludo consigliando vivamente Kos a chi ha lo spirito di girare in scooter, a qualcuno che ami il divertimento ma che non si aspetti Ibiza o Minokos…Qui la vita è più tranquilla, Kos città offre comunque locali a tutte le ore della notte. Le strade sono per la maggior parte praticabili senza problemi, anche se consiglio vivamente scooter dagli 80cc in su viste le colline…in coppia su un cinquantino dubito che si riesca a superarle (tenete conto che si riesce con un 80cc a farle in salita anche con rincorsa al massimo a 30-35km/h). Il paesaggio è abbastanza brullo, c’è sempre vento forte ma non piove praticamente mai. Mi ha ricordato in parte Formentera pur essendo un po’ più grande dell’isola spagnola. Le spiagge sono molto differenti tra loro e tutte belle, oltretutto dimenticarsi di dover litigare per un posto dove stendersi annulla qualsiasi piccolo difetto vissuto. Un gran bel posto, andateci che non ve ne pentirete!
Link esterni:
Ma daiiii!!!
Vuoi rimetterti in pace con Creta?!
Vieni in vacanza da me. Mi chiamo Roberta, io e mio marito Stamatis la sappiamo lunga per quanto riguarda: scarafaggi, acqua calda che spesso non lo è quando vai a farti la doccia, ritmi lenti, disservizi… e molto altro! Però abbiamo deciso di creare una struttura turistica dove facciamo di tutto per non avere problemi di questo genere.
http://www.stravaganti.eu
Visitaci sul sito, e magari fallo girare tra i tuoi amici italiani. I prezzi sono bassi, soprattutto per questo primo anno di attività: abbiamo bisogno di lavorare per arricchire la struttura di una piscina e magari di un ristorantino…
Possiamo assistere i nostri ospiti per quanto riguarda escursioni, prenotazioni in altre strutture, persino nell’acquisto dei suvenir! Non perché siamo “ammanicati” ma perché abbiamo voglia di far bene il nostro lavoro.
Sappiamo bene cosa significano per un italiano: igiene, pulizia, disponibilità, efficienza… Offriamo qualcosa di diverso dal solito persino nell’arredo delle nostre case.
Visitare il sito non ti costa nulla, li troverai anche i dati per ricontattarmi.
Ciao
Amichevolmente, Roberta Amicucci Georgantopoulos