Regno Unito [1993]
Londra [England]
Perth [Scotland]
Edimburgo [Scotland]
Inverness [Scotland]
Eilean Donan Castle [Scotland]
Il Regno Unito è un paese protestante per cui se ci volete andare attenetevi agli usi e costumi del luogo (oh no, ancora?). La lingua principale è l’inglese (strano…), in Scozia la lingua è un misto di inglese e “H” aspirate alla tedesca. La moneta ufficiale è la Sterlina. Il clima estivo è molto umido, ventoso e piovoso, soprattutto verso la costa che dà sull’Irlanda e la temperatura piuttosto bassa. Lana dalla Scozia , tutto dall’Inghilterra.
Londra
Il 19 Luglio 1993 si partì per il Regno Unito. Eravamo solo la mia ragazza dell’epoca ed io. Avevo ben tre settimane per visitare England e Scotland. Avevamo prenotato (come al solito) solo l’albergo della prima tappa, cioè Londra. Arrivati in aeroporto a Gatwick feci subito mostra del mio inglese dovendo chiedere se il terminal che stavamo per prendere portava a London City (tenete conto che la mia girl parlava correntemente oltre all’italiano anche il francese, il russo e l’inglese…).
Salendo su questa specie di metropolitana leggera mi avvicinai ad un ragazzo e chiesi se fosse il treno per la direzione corretta :”Excuse me… (colpa dei libri di scuola, immagino) Where are you going? (Dove stai andando?)”. Penso che il tipo mi abbia preso per A) Uno che non si fa i cavoli suoi B) Uno che non sa le lingue C) Un italiano. Comunque rispose capendo il mio imbarazzo… era il treno giusto.
A Londra la prima sorpresa: c’erano il sole e 22°! Come Totò a Milano si aspettava nebbia, mi ero preparato a pioggia e smog… Invece devo dire che Londra è molto differente dai luoghi comuni. All’epoca era molto internazionale in senso etnico (c’erano uomini e donne di tutte le razze, soprattutto molti pakistani) e molto diversa rispetto la Milano di quegli anni. Ora credo li abbiamo superati.
A Londra visitammo Hyde Park, Trafalgar Square, una galleria che forse si chiama Burlington Arcadia (mah), i Gioielli della Corona, il Museo del Rock a Piccadilly Circus e le cere di Madame Toussad con planetario annesso. Ho foto di me e Michael Jackson (lui è di cera ma non si capisce!) e dei colorati Double Decker (i pulman a due piani). E’ la prima città che mi ha fatto sentire in Europa (anche se gli inglesi si sentono extra-comunitari…) L’unico “difetto” è il cibo.
Non hanno esattamente una gastronomia tipica come noi, sanno fare solo buoni dolci e colazioni… bisogna un po’accontentarsi. Nel periodo londinese compì gli anni la regina madre (adesso ha circa 100 anni) e non so perchè iniziai a ripetere una specie di frase di scherno nei suoi confronti, così per ridere: “Per la regina madre… (e qui spernacchiavo)”. Non faceva ridere nessuno (tranne me), oltretutto erano tutti inglesi per cui nessuno mi poteva capire… (ne riparliamo per il ritorno…)
Perth (non quella ben più famosa in Australia…)
Dopo essermi riavuto da una congestione londinese (un hamburger con cetrioli: raccapricciante) ci spostammo in treno a nord, nel sud della Scozia. Perth è una cittadella molto tranquilla e molto verde. Una particolarità sono i campi da golf liberi al pubblico. Se hai l’attrezzatura necessaria puoi giocare dove vuoi, e i green sono tenuti benissimo (sono proprio”prati all’inglese”) ma ditelo piano, siamo in Scozia…
A Perth, a parte la gentilezza dell’albergatore a nome John Smith (giuro!) che mi chiamava “Johnfrenco”ed il Museo di guerra, non c’è molto da vedere… C’è un bel castello fuori città (direi che si chiami Blackpool ma non ci giurerei… o forse era lo Scone Palace? bah…) con un enorme parco con agnelli, capre e pavoni liberi. A Perth era quasi sempre nuvoloso oppure…pioveva.
Ad Edimburgo (Edinburgh detto Edìnbar, sembra) ho lasciato il cuore. E’ una città carica di magia. Si sente l’atmosfera scozzese più antica, di cappa e spada. Ad ogni angolo senti cornamuse, nelle due vie principali (Main e Princes Street) ci sono un mucchio di pub e negozietti che vendono statuette di troll, hobbit, gnomi, streghe, sfere, pugnali, kilt e spade…bellissimo!!! Gente in kilt dappertutto e se siete fortunati capitate durante l’annuale Tatoo (la parata di tutti i Clan).
Il parco sottostante la rupe (ed il Castello) è magnifico, tenuto in perfetto ordine, pieno di fiori, giostre e scoiattoli. Nei giorni che passammo lì ci fu sempre il sole (e la sera un vento gelido che abbassava la temperatura fino a 8-9 gradi!). Eravamo alloggiati al Caledonian Hotel. (Che, cercandolo su Internet trovo l’Hilton Caledonian a 5 stelle, ma a me pare strano fosse lo stesso…)
Pagavamo 16 sterline a notte (bed & breakfast), per cui quando vidi l’albergo che avevamo prenotato telefonicamente da Perth mi chiesi dove stava la fregatura. Avete presente quegli alberghi tipo “Il principe cerca moglie”? Era,come dire, sfarzoso.
Dalla reception venimmo fatti scendere di un piano, così pensai che ci portassero nello scantinato, invece la stanza era semplicemente leggermente al di sotto del piano stradale ma aveva finestroni enormi e la camera godeva di buona illuminazione. Devo dire che appena il cameriere uscì, rimasi a contemplare la stanza.
Tappezzeria di raso, tappeti ovunque, un letto in stile vittoriano gigantesco e oltretutto al stanza stessa era enorme… con bagno privato! Io già pensavo che ci avessero scambiato per qualcun altro o forse avevano bisogno di organi…
L’albergatore mi convinse anche a provare la colazione inglese (egg and beacon, uova e pancetta) che strenuamente avevo rifiutato per il mio classico caffelatte. Non storcete il naso, io mi son pentito di non aver assaggiato prima questa prelibatezza!
Ad Edimburgo ovviamente visitammo il Castello (stupendo, domina tutta la città ed è anch’esso carico di fascino) e la residenza estiva (forse Windsor Castle,non ricordo) della Regina Elisabetta (che sarebbe arrivata circa due settimane dopo). Mi sentivo già un Highlander…”Who waaaants to liveeeee foreveeeer”…
Da Edimburgo prenotammo un appartamento b&b invece che un albergo, cioè una stanza all’interno di una casa privata. I signori (pensionati) ci preparavano la colazione (molto buono il porridge, una specie di pastone d’orzo dolce) e tenevano pulita la stanza. Purtroppo avendo prenotato senza vedere, avevamo scoperto che la casa era piuttosto distante dal centro di Inverness e non c’erano mezzi per arrivarci… Qualche volta il nostro ospite ci accompagnava (gratis, e non è male per uno scozzese!) in macchina (anche se mi sono letteralmente cagato sotto per come guidava, già si stava sulla sinistra e mi sembrava strano…).
Tra l’altro dopo il primo “svarione” linguistico a Londra, ebbi addirittura i complimenti dai signori scozzesi (forse perchè più tolleranti e anch’essi abituati ad un inglese che inglese non è). Ad Inverness altro castello da vedere (anche se qui faceva molto più freddo che a sud, come ovvio). Da Inverness si potevano fare numerose escursioni (in treno o in bus). Si andò a visitare una distilleria di whisky nel Glen Qualcosa (l’odore dentro la distilleria è nauseante, sembra tutto marcio), le lanerie di Shetland, il mitico Lochness (una cosa molto turistica, purtroppo) e soprattutto Eilan Donan. Questo nome non dice molto, vero? In realtà è divenuto famoso per due motivi: 1) E’ un castello non molto grande in realtà posto su un isolotto in un lago e collegato a terra tramite un ponte in pietra 2) Ci hanno girato l’inizio di “Highlander”nel 1985.
Eilean Donan Castle (Ne resterà uno solo…)
La giornata meteorologica ad Eilean Donan Castle fu quantomeno bizzarra: si partì con un tempaccio ignobile, attraversando valli verdissime e piene di ruscelli che finivano direttamente sulla strada, poi ci furono innumerevoli acquazzoni e conseguenti squarci di sole. Ad Edimburgo ero già pervaso dal misticismo di Connor MacLeod (l’Highlander del film omonimo) ma appena arrivai qui nei fui catturato.
Purtroppo la magia si concluse appena arrivai all’ingresso del castello… un gruppo di italiani stava uscendo mentre io stavo per entrare e tutti cantavano “Who waaaaaants to liiiiive foreveeeeeer”…Uff.. pensavo di essere l’unico ad avere il diritto di cantarla lì in quel momento… (ok,è un pensiero scemo, lo so). Inverness mi ritorna in mente anche per un ristorante dove facevano enorme steaks (bistecche) e dove mettevano sempre “Eternal flame” delle Bangles. Ogni volta che l’ascolto sento il profumo di quel posto, un po’ malinconico ma bello. Che dire di più? La Scozia (più che l’Inghilterra) è un posto che rivedrei volentieri… magari con più calma e con più informazioni… E’ semplicemente “incredibile”.
Dimenticavo, la regina madre… A Gatwick, aspettando l’imbarco ero seduto in una fila di poltroncine vuote, ma non mi ero accorto che nella fila dietro alla mia c’era una signora. Ascoltando (si fa per dire) il telegiornale inglese che davano nell’aeroporto, saltò fuori la notizia del compleanno della regina madre, al che mi venne naturale salutarla con la mia frasetta seguita da pernacchia… Per la regina madre..prrrrrrrrrrrrrr! God save the queen! La signora si alzò indignata e insultandomi con accento oxfordiano aggiunse (in italiano) : “maleducacio!” Che sfiga, avevo beccat oun’insegnante madre lingua che tornava a Milano! Beh, una figura di m.all’andata e una al ritorno, non male.
PS: Il volo di ritorno è ancora quello più angosciante che ricordi: dopo aver passato le alpi su un tramonto bellissimo, il cielo si fece cupo improvvisamente e l’aereo si trovò in mezzo ad un temporale (e ad innumerevoli turbolenze) fino a Malpensa, dove l’aereo stette 20 minuti a girare perchè c’era troppa acqua sulla pista… Devo dire che ho passato una brutta mezz’ora…
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